Quello di Venice Lng non è un progetto industriale come tutti gli altri,tant’è che ieri alla presentazione ufficiale ad affiancare l’amministratore delegato Luigi Triboldi, c’erano il presidente di Confindustria Venezia, Vincenzo Marinese, l’assessore comunale Simone Vanturini, il presidente dell’Autorità Portuale, Pino Musolino e, tra il pubblico, c’era anche il presidente della Municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin. «Questo è un progetto in campo energetico che ha alle spalle un disegno più ampio e l’impegno di fare di Venezia un’infrastruttura portuale che offre soluzioni logistiche sostenibili», ha detto Musolino, seguito da Venturini che nel suo intervento ha sottolineato che il progetto «è un esempio di collaborazione tra privato lungimirante e pubblico efficiente per rilanciare Porto Marghera e attirare ulteriori investimenti e imprese dell’indotto».Musolino ha confermato che l’Autorità Portuale sta collaborando da mesi, di accordo con il minstero dei Trasporti e delle Infrastrutture per ottenere il massimo di sostegno finanziario dall’Unione Europea al progetto di Venice Lng che in futuro, quando cominceranno ad esserci più delle 200 navi esistenti attualmente con motori a gas naturale, a cominciare da quelle da crociera.
«Se sino ad un paio di anni fa Porto Marghera era vista come simbolo di declino industriale» ha detto dal canto suo l’assessore Venturini, «oggi possiamo tranquillamente affermare che è diventata una testa di ponte di nuovo sviluppo e nuove tecnologie, e sta diventando il centro dell’interesse di nuovi investitori, non solo italiani, ma internazionali». In effetti se Porto Marghera è nata cento anni fa all’insegna della nascente “rivoluzione” della petrolchimica, oggi al giro di boa del suo centenario sembra restare fedele alla sua vocazione «energetica» ma all’insegna del rinnovamento in chiave ambientale. In effetti, i Il traffico di petrolio in laguna è stato bandito da un’apposita legge decenni fa ma di fatto è sparito solo tre anni fa, ovvero da quando Eni ha riconvertito la tradizionale raffineria che produceva gasolio e benzine in una bioraffineria che produce diesel miscelato al 15 % con olio vegetale. Ma ora arriva un combustibile ancora meno inquinante come il Gnl, destinato a diventare, anche grazie alle politiche energetiche dell’Unione Europea, secondo gli esperti in campo energetico uno dei carburanti fossili a basso impatto ambientale più utilizzati sia per il traffico stradale che navale nel prossimo futuro.
Ci vorranno, però, almeno tre anni, dei quali almeno 1 per le autorizzazioni e 2 per la costruzione ai bordi del canale Sud che occuperà un centinaio di lavoratori, per realizzare il bunker di gas naturale liquefatto a – 160 gradi, che a regime occuperà una ventina di lavoratori stabili più quelli dell’indotto. Il deposito sarà alimentato da navi gasiere di piccola e media taglia (al massimo da 30.000 mila metri cubi) in transito dal Canale Industriale Sud, mentre la distribuzione sarà garantita attraverso autocisterne e metaniere di piccola taglia (bettoline). Per quanto riguarda la sicurezza del deposito e di tutte le operazioni di carico e scarico del gas immagazzinato, ieri è stato assicurato che «la realizzazione del deposito sarà comunque subordinata a una complessa procedura autorizzativa nel corso della quale gli enti competenti verificheranno, senza alcun margine di incertezza, che l’impianto risponda a tutti i criteri di sicurezza previsti dalla normativa nazionale e internazionale in tutte le fasi connesse al suo esercizio».