Nel 2017, dopo tre anni, la ricchezza netta delle famiglie italiane è tornata a crescere. Il progresso è stato dell’1%, portando il valore complessivo a 9.743 miliardi di euro, 8,4 volte il reddito disponibile. In termini di ricchezza netta pro-capite, secondo i dati diffusi da Istat e Banca d’Italia, le famiglie italiane hanno superato leggermente quelle tedesche. Per quanto riguarda il rapporto tra patrimonio e reddito disponibile i nostri dati sono migliori di quelli di Francia, Canada e Stati Uniti (che guidano la classifica della ricchezza pro-capite), ma risentono molto del «ristagno quasi ventennale – sottolineano Istat e Bankitalia – dei redditi delle famiglie».
Oltre la metà della ricchezza, in Italia, è rappresentata dalle abitazioni,anche se il loro peso sta continuando a diminuire da cinque anni. «Nel 2012 è iniziata l’ipertassazione degli immobili, tuttora in atto. Ma sarà certo una coincidenza» commenta ironico il presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa Il valore del mattone nel portafoglio delle famiglie, a fine 2017, era pari a 5.246 miliardi. Insieme ai terreni, le attività cosiddette “reali”, pari nel complesso a 6.295 miliardi rappresentano il 59% della ricchezza netta complessiva. Il 41% è rappresentato dalle attività finanziarie, che alla fine del 2017 avevano raggiunto un valore di 4.374 miliardi di euro.
L’incidenza di azioni, titoli e depositi bancari è in costante aumento, ma è ancora inferiore rispetto alle altre grandi economie internazionali. La crescita dell’1% registrata nel 2017 dalla ricchezza complessiva si deve proprio alle attività finanziarie, che sono cresciute di 156 miliardi (+3,7%) ed hanno più che compensato la riduzione del valore delle abitazioni (45 miliardi, -0,7%) e l’aumento delle passività finanziarie (+13 miliardi, + 1,4%). Anche per quanto riguarda queste ultime, le famiglie italiane appaiono messe meglio di quelle delle altri grandi economie. I debiti finanziari delle famiglie, infatti, alla fine del 2017 erano pari a 926 miliardi di euro.
Come le famiglie, stanno un po’ meglio anche le imprese. La loro ricchezza netta, nel 2017, è salita a 1.053 miliardi, mentre la ricchezza lorda è cresciuta di 177 miliardi, anche in questo caso grazie al contributo della componente finanziaria, che ha controbilanciato il calo delle attività reali, in atto dal 2013. Perdono valore soprattutto gli immobili delle imprese (-2,7% nel 2017), mentre cresce il valore degli altri beni di capitale fisso, come i macchinari (+2%). I debiti finanziari sono pari al 45% rispetto alle attività non finanziarie, collocando le imprese italiane tra quelle meno indebitate al mondo.