I risparmiatori che hanno visto bruciati i soldi investiti in obbligazioni o azioni delle banche saltate — Popolare Etruria, Banca Marche, Cr Ferrara, Cr Chieti, Veneto Banca e Popolare di Vicenza — protestano contro la manovra del governo Lega-M5S. In particolare lamentano che l’articolo 38 sul «Fondo per il ristoro dei risparmiatori» prevede che agli azionisti che «hanno subito un danno ingiusto, riconosciuto con sentenza del giudice o con pronuncia dell’Arbitro» vada un rimborso parziale, solo nella misura del 30% e fino a 100 mila euro. «Niente di diverso da quello che ha fatto il Pd», è l’accusa, pesante, nei confronti dei Cinquestelle che della difesa dei risparmiatori truffati hanno fatto una bandiera.
Non è un caso che ieri abbia replicato direttamente il vicepremier Luigi Di Maio: «Abbiamo stanziato 1,5 miliardi per i truffati dalle banche, 15 volte di più se paragonato all’elemosina di 100 milioni del vecchio governo. Noi siamo sempre stati dalla vostra parte, ma ora c’è chi gioca a metterci gli uni contro gli altri avvelenando i pozzi. Non mi presto a questo giochino dei giornali». E ha convocato per giovedì associazioni e comitati dei risparmiatori.
Il fondo «è un passo avanti enorme, che ci consentirà di rimborsare tutte le vittime dei crac bancari», gli fa eco il sottosegretario all’Economia, il pentastellato Alessio Villarosa. Inoltre, spiegano dal M5S, per accelerare i giudizi viene potenziata l’attività di Consob e dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie (Acf), sono portati a dieci i collegi arbitrati e ne sono previsti alcuni specializzati per i risparmiatori in difficoltà economiche.
Le vittime del Salva-banche — dal nome del decreto Renzi del 2015 che impose la trasformazione in spa delle Popolari — contestano alcune condizioni restrittive, come il fatto che siano esclusi dai rimborsi i titolari di obbligazioni subordinate che hanno comprato i bond da un intermediario o sul mercato secondario. Ma anche chi avesse comprato i bond direttamente dalla banca emittente subirebbe le identiche limitazioni stabilite dal governo Gentiloni, cioè un rimborso forfait dell’80% o un arbitrato da liquidare tramite il Fondo Interbancario ma sempre con il limite del reddito a 35 mila euro. «Inoltre, nonostante le promesse in campagna elettorale, chi aveva ricevuto il suo 80% non potrà certo aspirare di recuperare il restante 20%». Federconsumatori annuncia per il 22 novembre una manifestazione ad Arezzo, sede dell’ex Banca Etruria.