L’opinione comune degli analisti è che si tratti di un mero rimbalzo: a gennaio la produzione industriale è salita dell’1,7% interrompendo la serie negativa di due mesi. Il dato diffuso ieri dall’Istat cade in un momento in cui si discute se avremo un 2019 di vera recessione oppure no. In attesa di elementi più probanti Intesa Sanpaolo ha portato la previsione del Pil dell’intero anno a +0,2% distanziandosi dal verdetto-choc dell’Ocse (-0,2%). Il contributo maggiore alla produzione è venuto dalle forniture di energia elettrica causate da 4 gradi in meno di temperatura. Se isoliamo il solo manifatturiero il dato è inferiore (+1,2%) e più basso ancora è stato il contributo dei beni strumentali (+0,3%). In sintesi non siamo in presenza di un crollo verticale ma le tendenze di fondo restano inalterate: export e settore auto in contrazione, assenza di un buon ritmo di investimenti pubblici. Se usciamo però dall’Istat le cronache ci forniscono, in materia di investimenti privati, due novità positive. La Fca ha confermato i 5 miliardi per l’Italia, indicando nuove produzioni per Mirafiori/Pomigliano/ Melfi e abbandonando lo scetticismo sulla transizione all’elettrico. La Electrolux ha reso noto un piano di investimento di 140 milioni per le fabbriche italiane di elettrodomestici, ai quali ne vanno aggiunti 130 per digitalizzare Susegana.