Lo scontro diplomatico tra Italia e Francia getta sabbia nel già complesso ingranaggio del salvataggio di Alitalia nel quale è coinvolto il vettore franco-olandese Air France-Klm in posizione marginale, è meglio precisarlo, rispetto alla capofila: l’americana Delta. L’obiettivo dei commissari e di Ferrovie, futuro azionista della compagnia, di scegliere il partner entro marzo, per evitare che Alitalia continui a bruciare cassa, ora rischia quantomeno di allontanarsi, se è vero che il vettore transalpino avrebbe dovuto dare giovedì il proprio via libera alla trattativa in esclusiva. Sul punto da Parigi non confermano nè smentiscono. La ragione è presto spiegata: in questa disputa tutta politica, l’interesse delle due aziende è andare avanti. La speranza è che la querelle diplomatica si chiuda al più presto, prima del voto europeo, per riuscire a portare a casa il risultato.
Perciò le bocche restano cucite ma il lavoro sotto traccia dovrà continuare. L’alternativa per Alitalia, in assenza delle mirabolanti offerte che erano state prospettate da membri del governo (vedi la Cina), è finire tra le braccia di Lufthansa, che di sacrifici in termini sociali ne chiede di più. Ben lo sa anche il vicepremier Luigi Di Maio che ieri, interrogato sull’irrigidimento dei francesi, ha minimizzato: «Sto seguendo il dossier Alitalia da diversi mesi. L’entusiasmo di Air France non si è raffreddato adesso. Mettiamola così, non dico altro. Tant’è vero che il lavoro che sta facendo Fs in questo momento riguarda altri partner privati». Su un punto Di Maio la dice com’è: Air France-Klm non è mai stata entusiasta di riaprire il dossier Alitalia. Rispetto ai tempi d’oro in cui fu prospettata una simile operazione nella quale Air France-Klm figurava come dominus assoluta, il vettore ora si trova a fare i conti in una situazione economica difficile. L’intento originale dei francesi era di non mettere nemmeno un euro in Alitalia. Ma il pressing dell’alleata Delta affinché si faccia carico di una quota pareva alla fine essere riuscito. Ben inteso, l’obiettivo degli aspiranti acquirenti di Alitalia è solo impedire a Lufthansa di prendersi il mercato italiano, stravolgendo l’attuale assetto delle ricche rotte per il Nord America, su cui oggi gravano ancora i vecchi accordi commerciali favorevoli ai francesi. È perseguendo questo obiettivo (e pretendendo poteri di veto su quelle rotte) che americani e francesi hanno prospettato un piano che, almeno dal punto di vista dei costi sociali, appare più presentabile. Come ha dimostrato ieri la levata di scudi in chiave difensiva dei sindacati. Di Maio li riceverà giovedì prossimo.