«Un sasso, poi un altro… Finché non verrà giù la montagna». La strategia di Renzi, i fedelissimi la raccontano così e pregustano la rivincita su Zingaretti e compagni, convinti che strada facendo i gruppi del Pd continueranno a svuotarsi e quelli di Italia viva a gonfiarsi. «Sarà uno stillicidio», prevedono i dirigenti dem e tremano per la tenuta del governo.
Nel giorno in cui deputati e senatori spediscono le lettere di addio e il correntone renziano prende forma grazie alle prime 41 adesioni, anche una senatrice di Forza Italia, Donatella Conzatti, lascia Berlusconi e si lancia nelle acque dell’ex rottamatore fiorentino, che sta facendo scouting a tutto campo. «Sta chiamando tutti, uno per uno», dice il tam tam che rimbalza fra Montecitorio e Palazzo Madama, dove il pallottoliere della maggioranza rulla impazzito. Quanti sono, i senatori di Italia viva? E che faranno i «renzianissimi» rimasti nel Partito democratico, a cominciare dal capogruppo? Lasceranno uno alla volta?
Il presidente dei senatori Andrea Marcucci, che al momento dei saluti si è commosso fino alle lacrime, ha parlato di 12 colleghi su 50 in viaggio per i lidi renziani. Ma già a sera la lista ufficiosa ne contava 13, che con il socialista Riccardo Nencini e l’azzurra Conzatti fanno 15. Ancora pochi, se è vero che dal palco della Leopolda il leader vuole annunciarne 50. Il «senatore semplice di Firenze», come amava definirsi quando approdò a Palazzo Madama nel 2018, ha lanciato ami non solo dentro Forza Italia, ma anche tra i 5 Stelle al secondo mandato, la cui rielezione è a rischio. E poiché le ambizioni sono grandi, ha cominciato a esplorare anche i territori di Salvini.
Sì, la Lega. «Dovete chiedere ai parlamentari siciliani — suggerisce sottovoce un senatore —. A quei peones che prima stavano con Ncd di Angelino Alfano…». Caccia grossa dunque, anche in terre lontane dai confini del Partito democratico. Giacomo Portas entrerà nel gruppo renziano della Camera da indipendente e sogna a occhi aperti il ritorno del grande centro: «Renzi costruisce la casa dei moderati e io ci vado, perché sono un moderato per eccellenza». Con entusiasmo saluta anche il deputato Matteo Colaninno e come lui se ne vanno Annibali, Anzaldi, De Filippo, Ferri, Giachetti, Marattin, Migliore, Nobili, Paita. La neo-sottosegretaria Anna Ascani non molla gli ormeggi, mentre Maria Elena Boschi è presidente in pectore del nuovo gruppo, che punta a partire con 26 onorevoli. Dal Misto è stato pescato Gabriele Toccafondi e da +Europa sarebbe in arrivo Alessandro Fusacchia. Il deputato Mario Morgoni e il senatore Tommaso Cerno sono stati fermati con il trolley metaforicamente in mano e resteranno nel Pd. L’azzurro Massimo Mallegni ha resistito al corteggiamento: «Le battaglie si fanno da dentro».