F.lli Campagnolo è una storica azienda con sede a Romano D’Ezzelino, attiva nel settore sport, arredo casa e abbigliamento bambino. Mentre la produzione inizia a cavallo tra gli anni ’50 e gli anni ’60, l’azienda prende ufficialmente forma nel 1960, quando nasce la Campagnolo Dott. Andrea e Mario sas, dedicata alla vendita all’ingrosso di confezioni, maglieria, berretti e affini. L’azienda espanderà notevolmente la produzione negli anni successivi, e nel 1973 con la fusione tra Sivar e Campagnolo sas nasce la F.lli Campagnolo, che in quell’anno arriverà a contare 230 persone tra operai, impiegati e commessi.
Dal 1982 inizia l’espansione sui mercati internazionali, grazie ai contratti di fornitura per Puma e Reebok, che arriverà a portare F.lli Campagnolo ad essere presente nei mercati internazionali sia tramite una fitta rete commerciale, sia tramite stabilimenti produttivi. Ad oggi, il gruppo è arrivato a contare cinque marchi nel proprio portafoglio (CMP, Nucleo, Melby, Maryplaid e FC F.lli Campagnolo), e conta sei stabilimenti produttivi divisi tra Italia, Tunisia e Romania, con quasi 500 dipendenti. Inoltre, con il brand Cmp il gruppo è presente in otto Paesi europei tramite punti vendita monomarca, con la Germania come mercato di riferimento, in cui il brand realizza il 44% del suo fatturato.
Il forte successo raggiunto dal gruppo può esser letto anche dai numeri che ha registrato nel corso degli anni. Nel 2019 il gruppo è arrivato a fatturare 170,88 milioni di euro, con una crescita annua media (Cagr), tra il 2011 e il 2019, del 9,11%. Il margine operativo lordo (ebitda) è arrivato, sempre nel 2019, a 14,59 milioni, per un margine sui ricavi dell’8,53%, mentre il rapporto tra la posizione finanziaria netta nel 2019 e l’ebitda era pari a 1,22, indice di buona solidità finanziaria.
Nel 2020, “l’annus horribilis” del settore moda e retail, con cali di fatturato stimati tra il 26,8% e il 34,8% (secondo uno studio EY e Luiss), F.lli Campagnolo riesce a contenere la riduzione delle vendite, con un fatturato consolidato stimato di 158 milioni di euro, in flessione dell’8% circa, e una posizione finanziaria netta a livello di gruppo di 5,6 milioni di euro. I dati su margine operativo lordo e utile, invece, non sono ancora disponibili. “Il 2020 paga sicuramente la chiusura dei negozi. C’è stato però un forte boom dell’outdoor nell’estate, che ha compensato la difficoltà del mondo sci nell’inverno – mondo, questo, estremamente importante per Cmp, che registra il 30% del suo fatturato nel mercato invernale –. Ci sono stati questi due fenomeni contrapposti, che si sono controbilanciati. Ma nel 2021 vedo continuare il trend per il mercato estivo, c’è fiducia e ottimismo”, dichiara l’Amministratore Delegato del gruppo, Fabio Campagnolo. Nel 2020, inoltre, ha aiutato molto l’e-commerce, che “ha registrato una forte crescita nell’ultimo biennio, circa del 300%. Nonostante rappresenti ancora una parte marginale del fatturato, circa il 20%, il risultato è molto buono nel settore dell’abbigliamento”, conclude Campagnolo.
Sono molto incoraggianti i risultati del brand Cmp, che con un fatturato stimato nel 2020 di 126 milioni segna una contrazione del solo 5,26%, nonostante le vendite nel mercato dello sci abbiano subito un calo del 70%. Complice dei risultati del marchio è il grande successo della nuova collezione, che va incontro alla forte domanda di abbigliamento sportivo. Soffre particolarmente, invece, il mercato del bambino, che rappresenta circa il 15% del fatturato del gruppo e che è stato protagonista della maggior parte delle chiusure nella rete commerciale di F.lli Campagnolo, che a causa della crisi è arrivata a chiudere circa il 50% tra negozi monomarca e in franchising. Per il 2021, la forte incertezza sul futuro non permette di capire quali scenari si apriranno per il gruppo, che continua a stimare una flessione in linea con quella del 2020. Ma si ripone molta speranza nella campagna vaccinale, che potrebbe portare alla ripartenza del mercato invernale, e dei consumi nel complesso.