I sì Tav si sentono presi in giro. « Non solo sono preoccupato per il futuro dell’opera, ma sono pure arrabbiato » , si sfoga Corrado Alberto, presidente dell’Associazione piccole imprese Torino e coordinatore delle 33 associazioni di categoria che in questi mesi si stanno battendo in favore della linea ad alta velocità per Lione. Da tempo gli imprenditori del “Sì” si sentono dire che il futuro dell’opera è legato a ciò che stabilirà lo studio costi- benefici. Ma cinque dei sei esperti che devono redigerlo sono schierati da tempo per il No alla Tav, come ha rivelato ieri Repubblica citando il dossier del gruppo Pd alla Camera.
La ricerca, condotta dal capogruppo Graziano Delrio e dal deputato piemontese Davide Gariglio, elenca nel dettaglio gli atteggiamenti assai poco super partes dei cinque professori coordinati da Marco Ponti. Un fatto che irrita il fronte “Sì Tav”: «Col senno di poi era meglio non andare neanche a parlare con il premier Conte a Roma. Siamo stati ricevuti solo per essere presi in giro. Era meglio non perdere tempo » , dice Corrado Alberto. Dario Gallina, presidente dell’Unione industriale di Torino, è solo un po’ più cauto: « Sin dall’inizio abbiamo denunciato che quella commissione, per come è stata costituita dal ministero, non era pluralistica. Ora esce fuori che quelle persone si sono già espresse contro la Tav in passato. Non credo ci sia molto altro da dire, se non che questa commissione serve non solo per ritardare la realizzazione dell’opera, ma pure per bloccarla del tutto».
Il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino, in prima fila nella battaglia perché la Torino- Lione non sia bloccata, invita per l’ennesima volta il governo a fare le sue scelte: «Smettano di menare il can per l’aia — commenta — L’articolo di Repubblica conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, l’atteggiamento pregiudizialmente negativo del governo nei confronti dell’opera. Al tempo stesso dimostra la scarsissima trasparenza delle scelte dell’esecutivo ». Le sette “madamine” organizzatrici della piazza del 10 novembre, con 40 mila persone in piazza Castello a Torino che chiedevano politiche di sviluppo, preferiscono rinviare i commenti al momento in cui arriveranno i risultati del dossier annunciato dal governo: « Come cittadine aspettiamo l’esito della valutazione costi- benefici». Ma sulla pagina facebook dell’iniziativa (“Sì, Torino va avanti”) i commenti sono sardonici: « Una cosa gravissima, che va denunciata e osteggiata».
Indignato è pure Mino Giachino, ex sottosegretario ai Trasporti e promotore della petizione Sì Tav che su Change.org ha ottenuto oltre 106mila adesioni: « Se la scombiccherata analisi costi- benefici di Toninelli dirà no alla Torino- Lione scenderemo in piazza in tutte le città, chiederemo ai sindacati di proclamare uno sciopero generale e a Salvini di provocare una crisi di governo».