“Non c’è valore nel successo industriale, se non c’è impegno nello sviluppo sostenibile”. Questa la frase del fondatore Romano Sghedoni con cui Claudio Motta, Direttore Generale di Kerakoll, riassume la logica che guida la Green Building Company modenese, leader globale nella fornitura di materiali e servizi per la bioedilizia.
Kerakoll nasce nel 1968 in un garage di Sassuolo, dove Romano Sghedoni unisce la passione per la chimica a quella per l’ingegneria iniziando a realizzare adesivi monocomponenti per ceramica. Di qui a poco, nel 1970, sorgerà sempre a Sassuolo il primo stabilimento produttivo del gruppo, e in breve tempo Kerakoll diventerà un punto di riferimento prima nel mercato degli adesivi specifici per la posa di piastrelle, e poi nel mondo delle costruzioni in generale. Negli anni il gruppo è stato protagonista di una straordinaria crescita, che l’hanno portato sia a consolidarsi sul mercato domestico, sia sul mercato internazionale. Ad oggi, conta 7 stabilimenti produttivi in Italia a 9 all’estero, divisi tra 7 paesi e 3 continenti, per oltre 2000 tra dipendenti e collaboratori. Kerakoll ha sempre puntato molto sull’internazionale, pur mantenendo sempre le radici ancorate all’Italia. Ed è questa la linea che il gruppo intende mantenere per i prossimi anni, come conferma Claudio Motta, il quale dichiara che per il quinquennio 2021-2025 “abbiamo una pipeline di investimenti programmati da 180 milioni, divisi circa al 50% in Italia e 50% all’estero”. Divisione che rispecchia anche il peso che questi due mercati hanno sul fatturato del gruppo, che realizza circa il 55% dei ricavi in Italia e il 45% all’estero.
La gestione di Kerakoll, inoltre, è sempre stata guidata in nome della sostenibilità, tema in cui il gruppo è stato un vero precursore, soprattutto in un settore “conservatore” come quello delle costruzioni. Già nel 2000, gli investimenti stanziati in questo senso rappresentavano il 50% delle risorse investite in R&D, e nel 2005 il gruppo lancerà Biocalce, il primo green brand al mondo nei materiali da costruzione. Linea, questa, che porterà il gruppo ad essere riconosciuto ufficialmente dal 2010 come la GreenBuilding Company, ossia il più importante produttore mondiale di soluzioni per la bioedilizia.
E se la sostenibilità è stata centrale negli anni passati, “nel 2021 lo sarà più che mai. Puntiamo a fare ulteriore sviluppo allargando il tema della sostenibilità all’impatto dell’impresa non solo nell’ambiente, ma anche nella società”. Inoltre, si continuerà a puntare sui giovani talenti, linea iniziata dal 2014 con il programma Kerakoll4Talent, e che continuerà ad essere perseguita nei prossimi anni. “I giovani sono investimenti per il futuro. Siamo alla caccia di persone curiose, integre e appassionate”, dichiara Motta.
La forte crescita di Kerakoll e i risultati raggiunti si possono spiegare anche attraverso i numeri, che sono valsi al gruppo modenese il titolo di azienda Champion. Nel 2019, la capogruppo italiana, Kerakoll SpA, registrava un fatturato di 302,27 milioni di euro, con una crescita annua media nel periodo 2013-2019 (CAGR) del 4,30%, un margine operativo lordo (ebitda) di 56,61 milioni, 18,73% sui ricavi, e una posizione finanziaria netta di -52,64 milioni, il che significa una disponibilità di cassa per il gruppo, per un rapporto pfn/ebitda di -0,93. Numeri, questi, che sono sinonimi di ottima redditività e forte solidità finanziaria, e che sono valsi a Kerakoll un rating MORE di A.
Nel difficilissimo anno del Covid, il lockdown ha influito molto sui conti di Kerakoll. Motta, a tal proposito, dichiara: “I ricavi sono stati fortemente impattati nella prima parte dell’anno. Eravamo partiti molto bene in gennaio e febbraio, ma poi è come se avessimo lavorato due mesi in meno”. Tuttavia, la ripresa non si è fatta attendere, grazie anche alle misure attuate dal Governo. “Nei mesi successivi al lockdown – continua Motta – abbiamo ripreso in maniera brillante. Nonostante gli effetti reali del Superbonus inizino a vedersi solo ora, dal punto di vista della fiducia l’impatto si è visto fin da subito”. Nel 2020, le stime vedono i ricavi della capogruppo attestarsi a quota 292,56 milioni e l’ebitda a 50,54 milioni, con un margine del 17,27% sui ricavi, mentre per l’intero gruppo i ricavi si attestano a quota 497 milioni, con un margine dell’ebitda sui ricavi del 15%. I numeri tengono soprattutto grazie all’andamento dei mercati internazionali: “L’export è cresciuto, e ragionando di gruppo nel mercato estero abbiamo registrato una crescita circa del 6%, che compensa il lieve calo sul mercato domestico”, dichiara Motta.
Finanziariamente, invece, la pfn della capogruppo segna un peggioramento significativo arrivando a quota 57,48 milioni, per un rapporto pfn/ebitda di 1,13, per motivi circoscritti a livello locale. Tuttavia, a livello dell’intero gruppo Kerakoll la pfn si attesta a -24,1 milioni, per un rapporto pfn/ebitda di -0,32, a testimoniare che la situazione finanziaria di Kerakoll rimane solida. Gli utili netti della capogruppo, passati dai 40,2 del 2019 a 25,2 nel 2020, secondo Motta “rimangono sostanzialmente invariati nella gestione ordinaria. Nel 2019, invece, erano stati “gonfiati” da operazioni concernenti l’assetto societario del gruppo, che ricadono nella gestione straordinaria”.
Il gruppo riesce quindi ad archiviare brillantemente, nonostante le difficoltà dovute alla pandemia, il 2020, e guarda con fiducia al 2021, facendosi guidare da tre concetti chiave: sostenibilità, talenti e consolidamento sul mercato interno ma con uno sguardo sempre rivolto all’internazionale.