Che cosa hanno in comune la Croce Rossa, gli operai arrampicati in un cantiere edile, i ciclisti, gli sciatori o i fantini? Il casco per proteggere la testa. A Chiuduno (Bergamo) c’è un’azienda specializzata nella produzione, tutta in Italia, di questi oggetti. Con numeri di crescita importanti e un nome Kask, che ogni tanto spunta nelle competizioni di altissimo livello. Come il Tour de France, dove l’azienda è stata sponsor di Sky team, o l’America’s Cup dell’anno scorso, con un prodotto particolare studiato per i velisti del Land Rover Bar. Tra il 2010 e il 2016 il tasso di crescita (Cagr) del fatturato è stato superiore al 30%.
Le ultime cifre dicono che il 2017 si chiuderà con 31 milioni di giro d’affari e che se ne prevedono 36 per fine 2018, collocando la società tra le più piccole (ma non meno interessanti) protagoniste della classifica, che considera solo le realtà con un fatturato compreso tra i 20 e 120 milioni. Fondata nel 2004 da Angelo Gotti, classe 1971, all’inizio era una società di sviluppo e ricerca per conto terzi, tra cui i marchi Gpa (equitazione) e Salewa (alpinismo). Gotti si è messo in proprio dopo un’esperienza da tecnico nel settore in altre aziende specializzate.
Nel 2006 nasce il marchio Kask, che diventa il solo della casa a partire dal 2014. Il business della sicurezza, in grande crescita, si sviluppa negli ultimi anni, assorbendo e rielaborando competenze in campo sportivo. Spiega Diego Zambon, direttore generale: «in Nord America, dove abbiamo una sede a Charlotte, North Carolina, la sicurezza è una voce importantissima del business. Lì abbiamo appena acquistato un altro immobile di circa mille metri quadrati dove offrire formazione sui prodotti dedicati. Come facciamo anche a Chiuduno».
L’altra sede estera è in Australia e anche su questo mercato la voce cantieri-appalti, soprattutto legati alle estrazioni minerarie, è una delle ragion d’essere più importanti perle vendite. Fatto cento il fatturato, lo sport pesa per il 65% e la sicurezza peril 35%. L’export vale il 90% del giro d’affari, confermando anche in questo piccolo, specialistico caso, la vocazione globale delle aziende italiane, anche se non sono big. Il 40% resta in Europa, mentre il restante 60% si divide fra Stati Uniti (30%) e regioni dell’Asia Pacifico (30%). Alla Kask oggi lavorano 47 persone, a cui sene aggiungono altre 11 negli States e 4 in Australia.. La ricerca, che si concentra sui materiali, vale investimenti annuali pari al 10% del fatturato. La distribuzione avviene soprattutto attraverso canali specializzati e negozi di alta gamma.
*L’Economia, 16 marzo 2018