La manovra di bilancio italiana non sarà all’ordine del giorno, ma se ne parlerà eccome. Ieri Di Maio ha replicato alle parole del presidente della commissione Ue dicendo che «gli rimane tempo ancora fino a maggio», Matteo Salvini lo ha invitato a «farsene una ragione e bersi un caffè». Ma per Juncker se la Ue accettasse «il derapage fiscale previsto dalla manovra altri Paesi europei ci coprirebbero di ingiurie. Non abbiamo pregiudizi, ma siamo molto preoccupati».
Non sarà in agenda ma anche Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio,che con Juncker ha avuto una telefonata e che oggi sarà a Bruxelles per l’inizio di una tre giorni molto serrata, è ansioso di parlare ai suoi colleghi «di una manovra di cui sono orgoglioso», sulla legge finanziaria, «vogliamo dialogare senza pregiudizi. L’austerity non è più percorribile».
La Commissione europea risponderà alla manovra dell’Italia con una lettera in cui si chiederanno certamente sia chiarimenti, sia alcune modifiche, e che potrebbe aprire la strada ad una procedura di infrazione. Ma il passo della Commissione non è imminente, prima ci sarà uno scambio tecnico di vedute sul documento, che terrà conto anche delle divergenze fra il governo e l’ufficio di Bilancio, che ieri ha raggiunto i toni dello scontro.
Al Consiglio europeo Conte (che prima della riunione vedrà Angela Merkel) troverà posizioni variegate: fonti dell’Eliseo ieri hanno detto che la Francia «non darà lezioni all’Italia», il contrario di quanto promesso dall’Olanda, mentre da Berlino arrivano toni improntati alla diplomazia: «In agenda c’è altro, non la manovra italiana». Insomma in attesa di una valutazione ufficiale da parte della Commissione comunque della manovra italiana si discuterà: «Le misure che avrò modo di illustrare sono per favorire la crescita, l’occupazione e a contrastare la povertà nel segno della stabilità sociale», ha detto Giuseppe Conte. «Per il nostro Paese è fondamentale ridurre il gap di crescita con l’Unione europea, orientando la politica fiscale e di spesa pubblica a una prospettiva di crescita economica stabile e sostenibile». Il contrario di quello che pensa la Commissione, che a sua volta per Di Maio «sta per essere licenziata dai cittadini europei».