Jean-Claude Juncker si presenta alle 9 del mattino a Palazzo Chigi e si dice «preoccupato dal fatto che l’economia italiana continua a regredire: auspico sforzi supplementari per mantenere viva la crescita italiana». L’incontro fra il presidente della Commissione europea e il capo del governo, Giuseppe Conte, è comunque molto cordiale: «Fra noi e l’Italia è grande amore, e resteremo in contatto», dice il politico lussemburghese, ma resta il fatto che la Ue chiede uno sforzo in più dell’Italia «per mantenere viva la crescita». Juncker rimarca che a causa della stagnazione le politiche di bilancio «saranno limitate», l’Italia avrà meno spazio di manovra. Mentre sulla Tav il presidente della Commissione invita Italia e Francia a trovare una soluzione tecnica: «È un progetto tecnico non ideologico. Serve una soluzione».
Conte da parte sua rimarca che le politiche fiscali del governo non hanno ancora dispiegato i loro effetti (lo dirà anche al segretario generale dell’Ocse, Ángel Gurría, che vedrà subito dopo) e che questa settimana saranno approvati i provvedimenti sulla crescita e sui cantieri che dovrebbero dare una spinta al Pil e «rilanciare investimenti pubblici e privati». Inoltre, «non cambierà l’impalcatura fiscale prevista, e che sarà inserita nel Def». Ma Juncker, finita la visita, fa un’intervista radiofonica in cui si mostra meno diplomatico, ricorda che la Commissione ha dato negli ultimi anni, in tutto, «130 miliardi di euro all’Italia ma nessuno lo sa perché un certo numero di ministri, che sono dei bugiardi, dicono il contrario». Fra una visita e l’altra a Chigi, l’Italia viene citata a Washington, da Christine Lagarde, capo del Fmi, come uno dei Paesi più ad alto debito e quindi come «ulteriore fattore di rischio» per gli scenari economici internazionali. Mentre il governatore di Bankitalia Ignazio Visco dice che «l’austerità a volte non è una scelta ma una necessità».
La visita di Gurría invece è circondata da grande freddezza, nessuna foto per l’album istituzionale, nessuna accoglienza nel cortile di Palazzo Chigi, niente dichiarazioni alla stampa. Da parte sua Conte rimarca che le stime dell’Ocse sul nostro Paese «sottovalutano gli effetti di breve e medio periodo di manovra e successivi provvedimenti del governo». Si legge in una nota del governo: «Conte ha posto l’accento sugli effetti positivi che Reddito di cittadinanza e Quota 100 avranno sui consumi e sul fatto che le stime Ocse non hanno valutato in maniera appropriata l’articolato piano di riforme strutturali già attuato e in corso di attuazione». La versione di Gurría è che l’incontro è «andato benissimo. È stato cordiale e produttivo». Ma sui provvedimenti chiave del governo, Quota 100 e Reddito di cittadinanza il premier «non ha cambiato idea».