«Quando ho iniziato con le prime pizze surgelate, nel 1991 a Castello di Serravalle, un piccolo paese sulle colline bolognesi, avevo 23 anni. Nessuna esperienza di business, salvo le estati trascorse con mio zio nella sua azienda meccanica, incuriosito dalla fabbrica», spiega Cristian Pederzini, ceo di Italpizza, oggi un’azienda da «120 milioni di euro nel 2017, erano 104 l’anno prima, con l’ambizione di tagliare la boa dei 145 nel 2018». Nel 1998 Italpizza concentra tutte le sue attività produttive di pizze surgelate di alta qualità a San Donnino (Modena), in uno stabilimento di 5mila metri quadri. «In quegli anni l’azienda esporta il 100%, i primi successi negli Usa e in Francia, poi nel 2008 il gruppo britannico Bakkavor acquisisce il 90% di Italpizza», anche se Pederzini continua ad avere in mano la gestione del business. «Purtroppo la crisi economica e finanziaria del 2007-2008 frena gli investimenti promessi dal gruppo britannico che aveva anche altri interessi, dall’assicurativo al bancario – continua Pederzini –. Da qui lo sforzo, nel 2014, di tentare un percorso di riacquisizione totale dell’azienda. Tanti sacrifici, ma che oggi stanno dando i risultati».
Infatti l’azienda ha in progetto di ampliare lo stabilimento di San Donnino (Modena) dal quale escono 500 mila pizze al giorno. «Siamo una pizzeria di qualità, ma industriale – spiega Pederzini –. Tutte le nostre pizze sono infatti lievitate 24 ore e sono stese manualmente e cotte in forno a legna, e questo giustifica anche i nostri numeri: la forza lavoro conta infatti 750 unità, 150 soltanto per l’operazione di stenditura della pasta».
La forza resta l’export che copre il 60%. «Lavoriamo molto con la grande distribuzione: realizziamo infatti le pizze alto di gamma per la linea private label di molti gruppi, da Coop a Esselunga e Auchan», conclude Pederzini. Dove esportate? «Il 35% negli Stati Uniti, un 10% in Cina e Paesi emergenti e il resto in Europa, soprattutto Francia, Germania e Paesi scandinavi. Oggi lo stabilimento da 5 mila metri quadri si è già ampliato a quota 20 mila metri quadri dove con nuovi impianti produttivi, un investimento di 20 milioni, dovremmo riuscire a incrementare la produzione del 30%», conclude Pederzini.