Nelle ultime settimane, a seguito della visita istituzionale in Europa del Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping, si sono susseguiti incessanti i dibattiti sui rapporti economici e strategici fra Italia e Cina. Il Paese asiatico ha subito con il passare degli anni una graduale evoluzione da gigante economico, prima basato fondamentalmente sul basso costo del lavoro, a interlocutore politico, con una chiara ambizione di divenire una potenza globale a tutti gli effetti. Altrettanto vero è, però, che sono aumentati i vincoli che i Paesi Occidentali hanno posto alla Cina, con l’obiettivo di raggiungere rapporti commerciali più equilibrati e trasparenti. Tenendo in considerazione aspetti macro e microeconomici, non è certamente semplice per un’azienda italiana che intenda approcciare il mercato cinese riuscire a leggere i contrastanti messaggi che questo Paese fornisce, né tantomeno trovare dei canali autonomi che aiutino a districarsi nella cultura e nella burocrazia locali.
Bisogna tuttavia tener ben presente che grandi sfide e grandi opportunità si profilano all’orizzonte, dalla green alla sharing economy, dalla crescita dei consumi interni ai rapporti commerciali con i gli altri Paesi, dalla nuova classe media cinese all’invecchiamento della popolazione. La scelta di un partner bancario adeguato rimane quindi molto rilevante, se non addirittura indispensabile, al fine di valutare sin dal principio quali siano le sfide da intraprendere, il potenziale ritorno, ma soprattutto i rischi a cui si va incontro. Individuare il partner giusto non si rivela affatto banale, poiché servirà chi possa garantire solide radici in Europa, a fronte di adeguati mezzi anche localmente: in estrema sintesi, un player globale, che sappia agire localmente.
*Senior Country Officer, Crédit Agricole Corporate & Investment Bank Cina