Un Manifesto delle imprese per l’Europa, per rendere la Ue più competitiva, il luogo migliore e più sicuro al mondo dove fare business. Mettendo al centro alcuni grandi temi: il lavoro, in particolare per i giovani; la questione industriale, puntando a rafforzare le industrie europee; un piano infrastrutturale comune per facilitare connessioni, export e internazionalizzazione.
Occorre puntare ad un’Europa più integrata anche politicamente, per fronteggiare le minacce commerciali e le spinte neo corporative che stano arrivando da paesi come Usa e Cina, nazioni che stanno investendo molto sulla capacità competitiva delle proprie economie.
Su questi temi si sono trovati in sintonia i vertici delle Confindustrie europee, che si sono riuniti ieri mattina a Sofia nel comitato di presidenza di Business Europe, presente anche la Confindustria turca. Il Manifesto dovrà essere pronto per l’autunno, in vista del voto europeo del 2019. Le imprese vogliono far sentire le propria voce, in quanto motore di crescita e occupazione, e mettere nero su bianco le proprie istanze da far presente alle forze politiche della Ue. Senza tralasciare anche questioni importanti come l’immigrazione, affinchè venga affrontato come problema comune dell’Europa.
La prossima riunione ci sarà a settembre a Parigi: sarà infatti Pierre Gattaz, presidente del Medef, la Confindustria francese, a prendere il posto di Emma Marcegaglia al vertice di Business Europe. Gattaz è stato nominato per acclamazione. Grandi applausi e apprezzamenti anche per la Marcegaglia, per il lavoro svolto in questi anni.
Prima della riunione di ieri Vincenzo Boccia aveva avuto dei colloqui bilaterali, giovedì, sempre a Sofia, con il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, con i numeri uno delle confindustrie bulgara, francese e tedesca, Hans de Boer, Gattaz e Dieter Kempf. Temi che ha rilanciato ieri nella riunione di Business Europe: lavoro, crescita e questione industriale sono le priorità. Considerando la crescita non come un fine ma come una precondizione per ridurre le disuguaglianze e la povertà. Occorre una visione di politica industriale a lungo termine, puntando su ricerca e innovazione, Industria 4.0, investendo sulla formazione.
Si è discusso molto sulle politiche commerciali e sulle relazioni internazionali, dall’America First di Donald Trump, ai rischi di nuovi dazi, alle sanzioni alla Russia e agli scenari che si potrebbero aprire dall’uscita degli Usa dall’accordo sul nucleare iraniano e la decisione di sanzioni. Per le imprese la Ue dovrebbe agire con più determinazione per valutare l’impatto di questi scenari e fronteggiarli.