Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte potrebbe incontrare domani i vertici di ArcelorMittal e i parlamentari pugliesi del Movimento, per provare a convincerli ad accettare l’idea di ripristinare lo scudo penale per l’azienda che vuole recedere dal contratto d’affitto dell’ex Ilva. Da più parti si sostiene che la mancanza dell’immunità (necessaria per non incorrere in cause legali nel periodo necessario per il risanamento ambientale) sia soltanto un alibi per l’azienda, che vorrebbe invece gettare la spugna per questioni economiche. Ma è un alibi che potrebbe avere un peso in caso di vertenza legale. A favore del ripristino dello scudo c’è il Pd, e buona parte del Movimento (ma non Luigi Di Maio), oltre che il premier Conte. Sì anche dall’opposizione, da Forza Italia alla Lega. Matteo Salvini arriva a dire: «Pur di salvare l’ex Ilva siamo disposti a tutto». Italia viva è pronta a presentare un emendamento al decreto fiscale per ripristinare lo scudo. Ma lo stop dei parlamentari pugliesi del Movimento rischia di vanificare gli sforzi.
Il premier sta provando a rompere le barriere e a superare gli ostacoli. La sua visita in fabbrica, inusuale, ha suscitato apprezzamento. Ieri l’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, l’ha definita «confortante». Certo, in quel dialogo coraggioso, Conte non ha potuto fare a meno di ammettere di non avere soluzioni in mano.
Barbara Lezzi, ex ministro ora sulle barricate contro l’Ilva, ribadisce il no allo scudo e dice: «Faremo a Conte le nostre proposte, ci possono essere fondi nazionali ed europei». All’obiezione che si tratterebbe di «aiuti di Stato» contrari alle norme europee, replica: «Ci sono già state altre deroghe».
Da più parti si chiede il rispetto del contratto sottoscritto. Lo fa il ministro Teresa Bellanova, che dice: «L’investitore è tenuto a confrontarsi con le rappresentanze dei lavoratori». Per la dem Roberta Pinotti non è accettabile «ridiscutere sui posti di lavoro sottoscritti».
Eppure è una delle ipotesi in campo, visto che ArcelorMittal vorrebbe 5 mila esuberi. Insieme a quella della nazionalizzazione. Per il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, intervistato a Mezz’ora in più, «è utile che ci sia un ingresso dello Stato in questa società». Tesi sostenuta da Leu, ma non esclusa da Pd, Italia viva e M5S. Anche se resta improbabile perché, a parte le riserve sui rischi di sprecare soldi pubblici, c’è il problema di dove reperire i fondi.
Oggi il governatore Michele Emiliano ha convocato un incontro con le parti per discutere di Ilva. E domani potrebbe esserci l’incontro dei parlamentari con il premier. Nel frattempo il Papa, con un discorso di natura più generale ma forse con un occhio anche alla sorte dei diecimila lavoratori pugliesi, auspica «coraggiose politiche occupazionali che tengano conto della dignità e della solidarietà dei lavoratori».