Le convinzioni religiose sono importanti meccanismi di guida dell’agire umano e, come tali, possono avere un effetto diretto sui comportamenti economici dei fedeli e sulla creazione di ricchezza. Con un approccio laico e scientifico al problema del rapporto tra fede ed economia e con un taglio comprensibile anche ai non specialisti, McCleary e Barro illustrano come nel corso degli ultimi secoli le scelte religiose abbiano condizionato i valori e i comportamenti di milioni di persone – in termini di onestà, parsimonia, etica del lavoro – e influito sulla produzione di ricchezza e sulla diffusione del benessere in molte aree del mondo.
Tramite l’analisi della relazione di alcuni dati macroeconomici con altri relativi alla diffusione e alla prassi religiosa, gli autori sottolineano come ben poco potremmo capire delle dinamiche di crescita di vari paesi – siano essi a prevalenza cattolica, protestante, musulmana, induista o multiconfessionale – senza considerare l’influenza esercitata dalla religione.
Contrariamente alla convinzione diffusa anche tra molti economisti «ortodossi», gli autori ci dicono che è la religione a influire sul mercato, non solo il contrario. La scienza economica tradizionale finisce così per dover ammettere la presenza dell’irrazionale e dell’imprevedibile tra i fattori in grado di determinare i processi economici.