Il 2020 è stato un anno difficilissimo per molti. E per un editore che realizza eventi e incontri pubblici bypassare zigzagando i vari lockdown che si sono susseguiti ancora più difficile. Ma, alla fine, Post Editori, la società editoriale conosciuta per il portale ItalyPost e per editare questa testata giornalistica, non solo ce l’ha fatta ma ha utilizzato i periodi di stop forzato per riorganizzare le idee e porre le basi per nuovi progetti di crescita che si realizzeranno (Covid permettendo) nel 2021.
Il 2020 si era aperto infatti sotto i migliori auspici. A fine gennaio era stata inaugurata la nuova sede di 500 mq, la ItalyPost Factory by Lago, per la quale era stato investito quasi un milione di euro. Pochi mesi dopo, alla vigilia del primo importante festival dell’anno, quello della Green Economy, è arrivato il brusco stop di tute le attività. Se la previsione di crescita per il 2020 era di un +30%, il risultato finale a fine anno si attesterà a un meno 25%. Un risultato, per chi opera in questi settori, tutt’altro che disastroso, ottenuto grazie a due fattori: da una parte la svolta digitale, che, sebbene sia tutt’altro che la nuova frontiera del mondo degli eventi, ha sicuramente contribuito a limitare i danni; dall’altra, la forza e il coraggio di riprogrammare tutti gli eventi possibili “in presenza” tra settembre e ottobre, permettendo così di recuperare alcune manifestazioni come il Festival Città Impresa di Vicenza e il Galileo Festival dell’Innovazione inizialmente previsti in primavera. Così, alla fine dell’anno, solo il Festival della Green Economy e Bergamo Città Impresa sono saltati, mentre We Food e Trieste Next, seppure in versione limitata, si sono potuti realizzare e Open Factory si è tenuto in una edizione digitale con quasi un 30% di presenze rispetto all’anno precedente.
Ma è stato soprattutto nel primo periodo del lockdown, cioè tra marzo e aprile, che si sono gettate le basi dei progetti di crescita che troveranno realizzazione a partire da questo 2021. La logica che ha guidato la fase di progettazione delle nuove iniziative che ItalyPost si appresta a lanciare si è basata su una lettura dei trend innescati dal Covid.
Il primo, e più importante, è che – contrariamente alla vulgata contrassegnata dagli slogan come #iorestoacasa, #divisimauniti, #distanziamentosociale – il bisogno di socialità e di relazioni “reali” è incomprimibile. E lo è per il semplice motivo che siamo umani e non robot. Il che significa che, con tutte le precauzioni necessarie e qualcuna perfino in più, gli eventi devono essere in presenza. Certo, il Covid ci ha insegnato che le potenzialità del digitale vanno sfruttate tutte fino in fondo e che possono essere modalità integrative (non certo sostitutive) degli eventi in presenza. Da qui ne è nata la formula dei Festival “Live & Social” che sarà applicata a tappeto su tutti i nostri Festival in programma, dalla Green Week ai Città Impresa, da Next al Galileo, da We Food a Open Factory.
Il secondo trend che abbiamo individuato è che si rende sempre più necessario potenziare quegli strumenti di informazione capaci di fornire una lettura obiettiva della realtà, non condizionata da logiche di “acchiappaclick” o “acchiappalettori”. Strumenti di informazione capacei di esprimere il punto di vista di chi lavora, di chi fa impresa e di chi rifiuta il processo di irizzazione attraverso cui la politica (tutta) sta cercando di prendere il controllo dell’economia. Inutile sottolineare che, in un momento di estrema debolezza dei quotidiani tradizionali, l’esigenza di “spettacolarizzazione” del Covid ha talvolta prevalso nelle cronache quotidiane di questi mesi, così come l’esigenza di non irritare gli inserzionisti ha reso meno efficace il lavoro di controllo che la libera stampa è chiamata ad esercitare.
Si tratta di tendenze che nemmeno grandi gruppi editoriali possono pensare di invertire da soli, figuriamoci delle realtà microbiche come noi siamo. Ma l’esigenza c’è e la nostra decisione è stata, nel nostro piccolo, di provare a cominciare a rispondervi. Per questo dall’11 gennaio, ad affiancare VeneziePost, ci sarà EmiliaPost, il quotidiano che, come recita il payoff, racconterà il futuro dell’Emilia. La nascita di questo nuovo quotidiano online, se l’esperienza sarà positiva, prelude a quella che dovrebbe essere il prossimo anno l’apertura del LombardiaPost, cioè del quotidiano che permetterebbe di chiudere il terzo lato di quel “nuovo triangolo industriale” che è il principale territorio di riferimento delle attività di ItalyPost.
Il terzo trend riguarda il bisogno di luoghi di incontro e confronto permanenti, che si radichino nei territori e che permettano alle comunità legate al mondo produttivo, agli imprenditori, ai professionisti, ai tantissimi giovani che aspirano a diventare le nuove classi dirigenti di questo Paese, di incontrarsi, di approfondire temi, di discuterne ed elaborare nuove idee. E su questo fronte due sono le modalità che ItalyPost ha deciso di sviluppare. La prima, riservata alle imprese Champion che emergono dall’analisi che ogni anno il nostro centro Studi realizza in collaborazione con L’Economia del Corriere della Sera, è relativa alla serie di incontri “Meet The Champion” che si svolge in modo itinerante all’interno di alcune tra le più significative imprese italiane.
La seconda attraverso (Covid permettendo)l’apertura di una catena di librerie, veri e propri spazi di incontro da almeno 300 mq, nei quali ogni sera alle 18.30 si realizzeranno incontri con autori ed imprenditori sui temi dell’economia, dell’innovazione, della green economy, della scienza e del good in collaborazione con il Corriere della Sera e con una serie di partner locali e nazionali. Le città dove apriranno queste librerie saranno Padova, Bologna, Parma, Bergamo e Torino, ma una “apertura speciale” si dovrebbe realizzare anche a Gorizia, città che, con Nova Gorica, sarà capitale Europea della Cultura 2025 e che, anche per noi, stando alle parole del Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno, è il simbolo di quel nuova Europa unita che vogliamo contribuire a costruire.
Il 2021 dovrebbe quindi portare a un significativo sviluppo delle attività di ItalyPost, supportato peraltro dall’ingresso di nuovi soci sia nell’area eventi che, soprattutto, per la catena di librerie così come da una nuova organizzazione interna che tenderà a valorizzare nuove figure manageriali.
Ma la novità più significativa riguarderà l’evoluzione del “profilo” che Post Editori assumerà nei prossimi anni. Se infatti è sempre stato nella natura di ItalyPost il fondarsi su un sistema di relazioni tra persone e soggetti (ne abbiamo contato quasi 500 che stabilmente o occasionalmente collaborano a titolo gratuito o contribuendo con risorse proprie alla rete costruita in questi anni) interessati principalmente allo sviluppo economico e sociale dei nostri territori, abbiamo pensato che fosse giunto il momento di iniziare a formalizzare l’originale modalità con la quale ItalyPost opera. Perciò, dopo numerosi approfondimenti sui vari modelli formalizzati che oggi già contraddistinguono alcune aziende che sentiamo a noi particolarmente vicine (dalle B Corp alle società Benefit), abbiamo deciso di adottare per noi la formula di “Community Corporation”, di azienda cioè che opera per la crescita della propria comunità.
Si tratta in sostanza di una rivisitazione del pensiero olivettiano che può contribuire a definire meglio, sia per chi opera ora che per chi guiderà in futuro le diverse società a noi collegate, il senso e la mission di questa realtà editoriale. Una scelta, questa, anch’essa frutto del Covid, perché, come ormai appare a tutti sempre più chiaro, i prossimi mesi saranno davvero difficili e con tensioni sociali ed economiche di proporzioni mai viste negli ultimi decenni. E chiunque faccia parte della classe dirigente, noi compresi, dovrà impegnarsi a fondo per cercare di limitare i danni e soprattutto per essere elemento di coesione di queste comunità.