Saverio Lamanna, giornalista disoccupato, scrittore e detective svogliato, ha vinto un viaggio premio a Praga con la sua bella, Suleima. Terzo incomodo: Peppe Piccionello, nullafacente dai mille talenti che non lascia mai nell’armadio assurdi abbigliamenti, che raccolgono successo persino nella Città magica. Qui, una valigia scambiata, l’incontro con una seducente viaggiatrice, una chiavetta USB infilano Lamanna in una specie di spy story industriale. Questo primo racconto, La segreta alchimia, illustra come il terzetto creato dalla penna di Gaetano Savatteri riesca ad affrontare le diverse peripezie a cui il caso li sottopone. Così nella seconda storia, che dà il titolo a questo libro, I colpevoli sono matti (che riunisce racconti pubblicati separatamente in diverse antologie di Sellerio): Lamanna e Piccionello devono ritinteggiare le pareti dell’albergo di Màkari dove Suleima, ora architetto a Milano, è stata una volta cameriera stagionale; e, sotto la regia di lei, diventa un’opera complicata d’artista. Un bambino scompare ed è ritrovato morto. Orribile. Ma colui che confessa è davvero l’assassino? Il terzo racconto, La città perfetta, inizia con un dotto «seminario» tra Suleima e Piccionello sui criteri urbanistici di Gibellina e dello Zen 2 di Palermo; e appunto il terzetto, da Màkari, si reca nella cittadina del Belice, per un convegno commemorativo del terremoto; tra un Nero d’Avola e una conversazione con una aspirante scrittrice dai modi invitanti, Saverio è invischiato nella scomparsa di un’importante opera d’arte: ma anche qui è incerto il confine tra pietà e reato. L’ultima novella, Tutti i libri del mondo, porta da Màkari al Salone del Libro di Torino; un po’ prima un funerale ad Erice, con tutta la preparazione di questa cerimonia, ha introdotto una trama parallela: di fianco a un caso di plagio letterario, si finisce per indagare sulla colpa di un giudice.
Gli intrighi di Gaetano Savatteri sono macchinazioni elaborate, decifrabili dal suo detective dilettante grazie a una profonda adesione emotiva, e a una arguzia fuori del comune. Ma, insieme al giallo, sull’autore Savatteri s’impone la voglia di raccontare al lettore la realtà nei suoi lati assurdi (e soprattutto quella della Cultura commerciale): una critica di costume sorniona e vigile che si mimetizza nella batteria ininterrotta di dialoghi e battute, ironici, autoironici, metatestuali, citazioni nascoste e palesi. E perché il suo personaggio Saverio Lamanna, teneramente e fascinosamente esibizionista, ha un bisogno pressante di essere raccontato: un vincente-perdente, o un perdente-vincente, sconfitto come tutti dalla vita, ma che si gode tante piccole gustose vittorie quotidiane.
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