«Ci occupiamo di ospitalità da tre generazioni: è ormai una questione di Dna». Luca Boccato, 47 anni, amministratore delegato di HNH Hospitality, uno dei principali operatori alberghieri indipendenti italiani, racconta oltre mezzo secolo di attività famigliare nel campo dell’hôtellerie. Tutto è cominciato «con mio nonno Angelo che si è “improvvisato” albergatore nel 1966 – racconta –. Con l’ingresso di mio padre la logica è diventata più imprenditoriale e all’albergo di famiglia se n’è aggiunto un secondo». Da quando Boccato è entrato in azienda, nel 2003, gli hotel a 4 e 5 stelle affidati alle cure di HNH sono saliti a 12, con 400 dipendenti (che superano i 500 nei periodi estivi) e un portafoglio diversificato con marchi che spaziano da Best Western a Hilton. la crescita è stata continua, negli ultimi 12 anni, fino al 2018, quando il fatturato si è attestato a 37,1 milioni di euro, segnando, come spiega l’amminstratrore delegato, «un anno particolare, con un leggero calo della domanda che è diventata occasione positiva per raffinare i processi, diventare più efficienti e permettere le stime positive del 2019, che prevedono di superare i 40 milioni di euro». Due anni fa l’apertura del capitale, con l’ingresso di un fondo di private equity, con una quota di minoranza: «Nell’orizzonte dei 5-6 anni, siamo già a metà dell’obiettivo di un piano che punta ai 60 milioni di fatturato», precisa Boccato.
Il passaggio da un’attività a conduzione famigliare a un’economia di scalaha cambiato profondamente la natura dell’azienda, senza perderne però i valori. Non è casuale il tema della diversity interna («ampiamente superate le quote rosa, con la metà dei dipendenti donne», dice il manager). Come non è casuale la conversione degli stage in contratti regolari nel 62% dei casi: «Per noi è uno strumento importante di ingresso nel mondo del lavoro e di condivisione di valori e competenze. Due nostre figure apicali sono entrate 12 anni fa proprio con lo stage», spiega Boccato.
E poi c’è il tema dell’impegno sociale, che il ceo definisce «una passione di famiglia»: dai progetti in Africa a quelli dedicati alla sindrome di Down e all’autismo, fino all’ambiente. «In tutti i nostri alberghi abbiamo avviato un progetto plastic free – spiega Boccato– accolto dai nostri dipendenti con un entusiasmo che ci ha colpiti e rassicurati: stiamo trasmettendo nel dna di chi lavora con noi i nostri valori».