Il decreto su reddito di cittadinanza e quota cento, già atteso per dicembre, non sarà discusso nel cdm previsto per oggi. Forse la settimana prossima, viene detto. La Ragioneria dello Stato avrebbe bisogno di altri approfondimenti. Gli animi soprattutto devono rasserenarsi. Non hanno fatto in tempo a chiudere con un vertice in piena notte la battaglia sui 15 migranti da riportare in Italia da Malta, che tra Conte, Salvini e Di Maio al mattino seguente si infiammano altre cento scintille. Sul decreto sicurezza e i sindaci, sulla Tav e il referendum per salvarla, sullo stop alle trivelle, ancora sull’immigrazione e sul sindaco di Roma Virginia Raggi. Solo dopo una nuova giornata campale il capo del Movimento e quello della Lega siglano a distanza l’ennesima tregua armata. Ma il clima resta rovente.
Sembra che nelle ultime ore tra i ministri grillini sia prevalso il timore che davvero gli alleati siano a un passo dalla rottura. Il ministro dell’Interno era tornato da Varsavia su tutte le furie per lo strappo consumato col premier Conte che senza consultarlo aveva aperto le porte a una quindicina di migranti della Sea Watch3. Il confronto preteso nella notte successiva a Palazzo Chigi e che raccontano sia stato «molto franco e aspro» e concluso con la mediazione della Chiesa Valdese ha risolto in parte la querelle. Il campanello d’allarme tra i 5 stelle lo ha azionato anche un’agenzia ( Adnkronos) che alle 18,34 di ieri scriveva di « una crisi di governo possibile anche prima delle europee » , ricondotta ad « autorevoli fonti della Lega » . Dal quartier generale di Salvini hanno smentito subito. Per gli alleati resta «un sasso gettato nello stagno», un avvertimento comunque lanciato.
Ad ogni modo, Salvini va a Porta a Porta in serata e nega di voler aprire una crisi per dar vita a un altro governo « con cambia- casacche: andiamo avanti nonostante gli uccelli del malaugurio » , prova a rassicurare. Di Maio chiama al telefono la sindaca Raggi e la invita a interrompere subito il pericoloso botta e risposta innescato a distanza con il ministro dell’Interno («Servono più poliziotti», «si occupi delle buche » ) per evitare che la situazione precipiti oltre. Ma la ritirata sarebbe stata ordinata dallo stesso vicepremier del M5S, anche per sedare il tam tam di una parte della base che sui social contesta la linea morbida del governo sugli immigrati. Nasce anche da qui l’esigenza di Palazzo Chigi di pubblicare nel pomeriggio un video Facebook del premier Conte. Per rivendicare la scelta fatta sui migranti e anche il merito politico della soluzione. Ma per ribadire pure, all’indirizzo degli elettori e di Salvini stesso, che « la linea del rigore del governo sui migranti non è in discussione ». In mattinata, tra i due, altri screzi. Il premier riceve una delegazione dei sindaci che hanno dichiarato guerra al decreto sicurezza e il capo del Viminale che quasi sbeffeggia: « Fa bene a riceverli, un caffè non si nega a nessuno, il dl tanto non si tocca » . Ma sono anche le ore in cui il dossier degli esperti dei Trasporti che boccia la Tar Torino- Lione apre un altro fronte. Salvini sostiene il ricorso al referendum sulla realizzazione dell’opera e la Lega annuncia la partecipazione ( col capogruppo Molinari) alla piazza Si-Tav di Torino di sabato. Chiude la sottosegretaria leghista all’Ambiente Gava che contesta lo stop di Di Maio alle trivelle. Una maionese impazzita, che finisce col coprire anche il provvedimento cardine del governo e le due misure più attese.