Un’ampia gamma di salumi di maiale, prosciutti, mortadelle, bresaole. Ma anche salami di carne di prosciutto, manzo, tacchino, pollo, e burger e affettati a base vegetale. E, da una decina di anni, una linea di salumeria biologica, tra le prime sul mercato. E’ grazie a questa offerta in continua evoluzione che Golfera, l’azienda ravennate nata negli anni Sessanta del secolo scorso e rilevata nel 1997 dalla famiglia Zavaglia, titolari oggi del 100% del capitale, continua a registrare numero di bilancio in crescita. «Abbiamo chiuso il 2017 con un fatturato di oltre 50 milioni di euro, in aumento di più del 9% rispetto al 2016, e con un bilancio in utile, come avviene d’altronde dagli anni 90», spiega Stefano Zavaglia, direttore commerciale di Golfera. «Da quando la mia famiglia ha rilevato l’azienda, la strategia ha guardato soprattutto alle nicchie di mercato. E i risultati hanno pagato la nostre scelte. Nati come specialisti di salumi di carne suina, abbiamo poi puntato su altre tipologie di carne come il vitello e l’avicolo. Inoltre, in linea con in trend dei consumi, abbiamo aperto il nostro business anche ai salumi vegetali e al biologico».
I salumi Golfera, tutti prodotti nel nostro paese con carni italiane nello stabilimento di oltre 38 mila metri quadri di Lavezzola, attualmente in fase di ampliamento, sono venduti soprattutto in Europa, dalla Germania alla Francia, dalla Gran Bretagna alla Svizzera e alla Svezia. Negli Stati Uniti è attiva una filiale commerciale dell’azienda, che copre tutto il mercato nordamericano, mentre le altre aree geografiche che l’azienda presidia sono il Giappone, l’America Latina e, più di recente, il Sud Est asiatico. «Lavoriamo per crescere in Italia ma soprattutto all’estero, dove i margini di sviluppo sono ancora molto ampi. L’export vale ormai il 30% del giro d’affari ed è destinato a pesare sempre di più sui conti».
Considerando l’andamento positivo registrato a inizio anno, che ha confermato i risultati positivi del 2017, Golfera «dovrebbe chiudere anche il 2018, secondo le nostre previsioni, con un giro d’affari in aumento sempre del 9%, grazie ai risultati ottenuti al di fuori dei confini ma anche nel mercato domestico».