Un giorno in fabbrica. Per tentare di ricucire il dialogo con la politica, Confindustria Emilia-Romagna ha avuto un’idea: convocare i parlamentari della regione dentro un’azienda e poi mettersi intorno a un tavolo a discutere delle scelte per rilanciare industria e lavoro. Ed è andata così. Solo che si sono presentati deputati e senatori di quattro partiti (Lega e Pd in gran quantità, un esponente di Forza Italia e uno di Fratelli d’Italia) e invece hanno disertato i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, che pure in regione vanta una dozzina di eletti.
Fino alla vigilia era prevista la presenza di almeno un paio di grillini, che però alla fine hanno scoperto altre priorità in agenda. La fabbrica in questione è una multinazionale tascabile a proprietà familiare, la Euroricambi, leader mondiale dei pezzi di ricambio per i camion, stabilimento a Valsamoggia alle porte di Bologna, 800 addetti di gruppo, 130 milioni di ricavi e il 95% di export.
Ad accogliere i parlamentari c’erano Pierluigi Taddei, presidente dell’azienda, e Pietro Ferrari, numero uno di Confindustria Emilia-Romagna. I quindici politici hanno visitato gli impianti, incontrato le Rsu aziendali e alla fine si sono confrontati a porte chiuse con i presidenti delle associazioni territoriali.
Un’ora di discussione e il risultato è stato che quando si parla di industria le differenze tra Pd e Lega appaiono minime. I due partiti stanno già preparando l’appuntamento-clou delle regionali del ‘19 che li vedrà ferocemente contrapposti, per ora però mostrano di tenerci molto al rapporto con gli industriali e infatti alla Euroricambi erano presenti nelle rispettive delegazioni un ex sottosegretario Pd (la piacentina Paola De Micheli) e uno leghista in carica (il forlivese Jacopo Morrone alla giustizia).
Pd e Lega hanno sostenuto ciò che i padroni di casa si auguravano: lotta alla burocrazia, più peso alla politica industriale e persino riconoscimento del valore dei corpi intermedi. E il presidente Ferrari ne ha approfittato per riproporre cuneo fiscale, formazione tecnica e continuità degli incentivi al 4.0.
Le divisioni tra Pd e Lega sono venute fuori dopo, chiacchierando di Def a incontro finito. Morrone ha voluto rassicurare gli imprenditori sul carattere espansivo della manovra governativa e sul peso degli investimenti, ma i parlamentari del Pd non hanno fatto sconti.
Commenta il presidente Ferrari a fine giornata: «Abbiamo raccontato loro il format industriale emiliano, un modello di economia giusta. E abbiamo chiesto attenzione». Sorpreso dall’atteggiamento della Lega? «Ho avuto l’impressione che le differenze tra chi sta al governo e chi sta all’opposizione derivino tutte dalle scelte romane, sui problemi del territorio distanze non ne ho viste. Per questo sono rinfrancato, non mi piacciono le contese ideologiche specie in questo momento di grande inquietudine». E l’assenza dei Cinque Stelle? «Ho parlato con loro più volte per invitarli. Ma ho la sensazione che considerino gli industriali come dei privilegiati e non vogliano capire la fatica e il rischio che c’è dietro il successo di un’impresa».