Luciano Polato si avvicina a una Tv, tira fuori dal taschino della giacca una penna bianca e disegna il profilo di una scarpa da donna con tacco a spillo. In quel momento capisco che la Tv non è proprio una Tv ma uno schermo interattivo. L’immagine appena creata inizia a modificarsi da sola. Luciano è l’imprenditore di Del Brenta: 40 dipendenti, sede in provincia di Padova (nel cuore del distretto della calzatura), l’azienda è il punto di riferimento dei principali brand internazionali della moda per lo sviluppo e la produzione dei tacchi «femminili». Attraverso la particolare Tv, la Del Brenta aiuta lo stilista a perfezionare il design attraverso consigli mirati e proposte di modifica in real time. Ma è solo l’inizio. Superato questo passaggio, la Del Brenta produce un modello tridimensionale del tacco e lo stampa in 3D per verificare che sia esteticamente e tecnicamente perfetto.
A questo punto comincia la fase produttiva vera e propria. Negli ultimi 10 anni la Del Brenta ha fatto importanti investimenti sul fronte dell’industria 4.0. La tecnologia l’ha resa più efficiente e veloce, ma non ne ha modificato la natura artigianale. Anzi. Ne ha potenziato la capacità di realizzare prodotti su misura. Nel passato l’azienda lavorava principalmente per clienti italiani, con una bassa varietà di prodotto e su lotti mediamente grandi. Oggi produce per brand internazionali, ha ampliato di molto la propria gamma e lavora quasi esclusivamente per piccoli lotti. Non deve sorprendere quindi che a fianco delle stampanti 3D, degli schermi interattivi e delle macchine a controllo numerico operino maestri mosaicisti che hanno il compito di rivestire i tacchi e renderli dei pezzi unici. Senza il 4.0 ci sarebbero meno artigiani in azienda e si farebbero lavorazioni più standardizzate.
*Professore associato di Economia e gestione delle imprese all’Università di Padova; L’Economia, 4 giugno 2018