Presidente, è appena arrivata la sentenza della Corte costituzionale tedesca sugli acquisti di titoli pubblici da parte della Bce. La preoccupa?
Non commento sentenze della nostra Consulta, figurarsi se entro in quelle degli altri Paesi. Il programma di acquisti era già stato approvato e ritenuto legittimo dalla Corte di Giustizia Europea. Non spetta a nessuna Corte costituzionale decidere cosa può fare o no la Bce. La cui indipendenza è il fulcro dei trattati europei, quindi riconosciuto anche dalla Germania. Giudico un fuor d’opera che una Corte nazionale, pur costituzionale, chieda alla Bce di giustificare la necessità degli acquisti. Non può interferire in queste iniziative.
Ma lo spread è schizzato e rischia di complicare le cose anche per l’Italia.
Abbiamo già attivato molte misure e altrettante ne vareremo. Dopo i decreti Liquidità e Cura Italia, ci sarà il decreto Maggio che conto di chiudere entro la settimana e ammonterà a 55 miliardi.
Il decreto Maggio che poi sarebbe Aprile. Perché è stato così laborioso?
C’è una ragione anche tecnica. La commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager sta aggiornando in questi giorni il Temporary framework, cioè lo strumento con cui si introduce un regime di deroga per gli aiuti alle imprese colpite dall’emergenza. Quindi tutte le misure di sostegno alle imprese a cui abbiamo lavorato dovranno attenersi al nuovo quadro. Ne abbiamo delle anticipazioni, ma fino alla versione definitiva non possiamo essere sicuri di essere conformi.
Cosa conterrà il decreto Maggio?
Una misura molto importante sarà quella che consentirà a tutti i cittadini, attraverso il credito di imposta, di ristrutturare gli immobili per adeguarli alla normativa antisismica e per l’efficientamento energetico, a costo zero: gratis. Il meccanismo è stato suggerito dal ministro Fraccaro e avrà forte impatto: ci aspettiamo maggiore occupazione e la decisa ripresa delle costruzioni. E senza ulteriore consumo del suolo. Un’altra norma distribuirà 3 miliardi ai Comuni per sbloccare lavori di manutenzioni e opere pubbliche con procedure di gara semplificate. Sempre con Comuni e Province, stiamo lavorando a un piano straordinario per l’edilizia scolastica, approfittando delle scuole chiuse, per avere a settembre aule ristrutturate e sicure per i nostri ragazzi.
I ragazzi sono stati un po’ dimenticati dal governo.
Stiamo lavorando – sempre con l’Anci e gli enti territoriali – al “piano estivo” con le ministre Bonetti, Catalfo e Azzolina. L’obiettivo è offrire ai piccoli la possibilità, in condizioni di massima sicurezza, iniziative e attività varie, nei centri estivi e negli oratori. Ci avvarremo di strutture concordate con Comuni, parrocchie e associazioni del terzo settore, anche con voucher per famiglie meno abbienti.
Ieri ha visto parti sociali e sindacati. A che punto siete?
Stiamo spiegando a tutti l’impostazione della manovra e anticipando un po’ di misure. Domani (oggi, ndr) proseguiremo con gli industriali. Dobbiamo lavorare e ripartire insieme. Convocheremo anche il mondo dello sport e del calcio, insieme al ministro Spadafora, per fare il punto: raccoglieremo le istanze della Federcalcio e delle altre federazioni per avere un quadro condiviso della ripresa delle attività sportive.
Il dossier calcio passa in mano a lei? C’è una possibilità di concludere il campionato?
Non ho ancora messo mano al dossier, ma sentiremo e concorderemo. C’è il ministro, che ha fatto un ottimo lavoro, ma è giusto che tutti gli stakeholders del calcio e dello sport abbiano un confronto col governo ai massimi livelli. Ovviamente tenendo presenti le raccomandazioni del Comitato tecnico-scientifico.
Il presidente di Confindustria Bonomi si aspetta “una esplosione sociale a settembre” e attacca il governo che “distribuisce denaro a pioggia”. Cosa risponde?
Il governo sta lavorando proprio per prevenire e limitare gli effetti negativi dell’emergenza sul piano economico e sociale. Se ci sono buone e concrete proposte ben vengano. Può inviarcene anche Bonomi, purché siano specifiche e concrete, sul sostegno alle imprese.
Dice che avete fatto poco.
Dobbiamo assicurare alle imprese polmoni finanziari e sostegni. Ma col decreto Liquidità abbiamo creato le premesse per il rifinanziamento e già lunedì sera, col ministro Gualtieri, abbiamo iniziato a chiamare tutti i vertici delle banche per sollecitare massimo impegno nell’erogazione di denaro e per raccogliere segnalazioni di criticità.
Perché i prestiti sono lenti?
Per le somme basse, fino a 25mila euro, la procedura consente maggiore speditezza. Sopra quella soglia alle banche occorre un’istruttoria. Anche se la garanzia dello Stato copre pressoché integralmente il rischio delle somme erogate. E poi c’è un problema più tecnico. Le banche, dovendo comprimere i tempi d’istruttoria e prestare soldi anche a imprese in tensione finanziaria, temono di essere coinvolte un domani nel concorso in reati collegati alla bancarotta. In pratica di aver contribuito a tenere artificiosamente in vita aziende già decotte.
Vogliono lo scudo penale?
“Scudo penale” crea fraintendimenti, ma il problema è oggettivo e non può essere trascurato. Il governo lavorerà per trovare una soluzione equa, senza concedere un privilegio al sistema bancario.
L’ingresso dello Stato nelle imprese è auspicato dal Pd e da alcuni suoi ministri, come Patuanelli. Che ne pensa?
In un sistema economico che funziona, lo Stato deve assumere una veste più dimessa di quella di uno ‘Stato regolatore’. Ma non escludo, nel contesto che stiamo vivendo, che lo Stato possa assumere, con prudenza e attenzione, un ruolo più attivo. Non penso a un piano di nazionalizzazioni che richiama epoche passate, ma possiamo arricchire il ventaglio dei sostegni alle imprese, in alcuni casi anche attraverso capitale, finanziando direttamente l’impresa per facilitare investimenti produttivi e consentire il consolidamento dell’organismo societario.
Sugli investimenti nella sanità, accontenterete il ministro Speranza?
Accontentare tutti i ministri è complicato. Alcuni miliardi del decreto andranno a rafforzare le strategie sanitarie collegate all’emergenza. Poi predisporremo altri fondi. Lavoreremo per rafforzare la strategia integrata tra ospedali e medicina del territorio, i posti in terapia intensiva e subintensiva, le attività di monitoraggio, contact tracing e tele-assistenza: tutti elementi fondamentali per vincere la sfida al Covid.
Quale scenario epidemiologico ci troveremo di fronte il 18 maggio?
Non mi lascio orientare dalle sensazioni, o dalle immagini tv. Ma vedo che il piano ha funzionato, con un’attuazione ordinata del rientro di 4,5 milioni di lavoratori tra fabbriche e uffici. Anche le nuove regole sui trasporti non hanno bloccato gli spostamenti, anch’essi finora molto ordinati. Si conferma il senso di responsabilità dei cittadini, la grande attenzione al rispetto delle regole. E questo mi fa ben sperare sul fatto che la curva dell’epidemia resti sotto controllo. Detto ciò, questo virus è un male invisibile quindi fare previsioni è azzardato, hanno difficoltà pure gli scienziati.
Quale sarà la soglia R0 con cui autorizzerete lo spostamento tra regioni?
Non c’è una soglia specifica decisiva. Gli indici che segnalano l’allarme e farebbero scattare una chiusura non sono collegati solo a R0, ma a una ventina di parametri: densità abitativa, test fatti, nuovi contagiati, posti disponibili negli ospedali ecc. Per spostarsi tra regioni bisognerà aspettare. Idem per la riapertura del commercio al dettaglio, prevista per il 18 maggio: non si possono fare previsioni. Non mi aspetto un particolare aumento dei contagi, perché ormai si è diffusa fra i cittadini un’educazione generale alla convivenza col virus. Anche se ci sono settori che non possiamo controllare del tutto, come gli ambiti familiari. Lo stesso il ritorno in fabbrica, nonostante i protocolli rigorosi, potrebbe far risalire la curva. Ma stiamo facendo tutto con grande scrupolo e abbiamo un piano che ci consente, se le cose andassero male, di intervenire in modo mirato, geograficamente circoscritto, e non generalizzato.
Consentirete, come chiedono alcune Regioni, riaperture anticipate di altre attività con protocolli di sicurezza?
Ho proposto questo nuovo schema che non deroga al principio di massima precauzione. Ma, siccome ora ci sono soglie definite di allarme, siamo in condizione di studiare un’eventuale anticipazione delle aperture per ulteriori attività con differenziazioni geografiche.
Anche per cinema e teatri?
In presenza di un protocollo di sicurezza per spazi, ambienti e attività, si potrà decidere di anticipare le aperture di centri estetici, parrucchieri, ma anche teatri.
Il ministro Boccia non esclude le elezioni regionali a luglio-agosto. E lei?
La palla è al Parlamento. Come Consiglio dei ministri lo avevamo escluso perché ci pareva prematuro, ma se il Parlamento dovesse valutare, alla luce dei dati attuali, la possibilità, io non mi opporrei.
E il referendum?
Concorderemo con le forze politiche il periodo migliore. Ma, visto che si tratta di votazioni su tutto il territorio nazionale, ritengo che la finestra elettorale più adatta rimanga quella autunnale.
È vero che ha litigato col suo portavoce Rocco Casalino per la conferenza stampa sulla Fase 2?
No, assolutamente. Se sono apparso affaticato non è colpa dei miei collaboratori, ma solo mia. E poi non ho l’abitudine di scaricare sugli altri.
Anche lei è insoddisfatto dell’ultima conferenza stampa?
Sì, ero molto stanco. Io non me n’ero accorto, ma me lo han detto tutti. Venivo da 10 ore di maratona di riunioni, mi ero pure scordato di pranzare. Sono stato poco brillante. Del resto non avrei potuto rimandare all’indomani, perché la bozza del Dpcm l’avevano ministri, Regioni, comuni: dovevo evitare fughe di notizie, che poi inevitabilmente sarebbero state imputate a me, così come la confusione e l’incertezza che queste anticipazioni generano.
Sul termine ‘congiunti’, ancora si sta ridendo.
Quella formula ha un fondamento giuridico: è servita per abbracciare una ampia platea di soggetti che spaziano dai parenti agli affini ai coniugi, ai partner delle unioni civili e ai fidanzati, tenendo fuori però conoscenti e amici. Se avessimo optato per una formula più estensiva, avremmo consentito un più ampio scambio di visite e incontri, e sarebbe stato impossibile tenere sotto controllo la curva del contagio nelle relazioni personali.
Lei ha un feeling col presidente veneto Luca Zaia, che ormai la insidia come gradimento e popolarità. Lo rifarebbe un governo con la Lega se a guidarla fosse Zaia e non Salvini?
Abbiamo un buon rapporto, di correttezza istituzionale. Ma mi tengo stretto questo governo. L’esperienza con la Lega l’ho già vissuta. Basta così, grazie.
La Bbc ha posto Salvini sul podio dei leader più inclini a diffondere fake news.
Cosa non si fa per essere citati dalla Bbc…
Recovery fund: a che punto siamo?
Entriamo nel vivo ora. C’è un’istanza più ambiziosa di Italia, Spagna, Francia. E una traduzione più ‘frugale’ dei Paesi del Nord. Continueremo a batterci perché prevalga l’ipotesi più ambiziosa. Ma il Recovery fund difficilmente partirà prima dell’estate.
Conferma che invece il Mes non serve all’Italia?
Sì, resto convinto che il Mes non ci serva.
Ci attende una stagione di lacrime e sangue?
Non possiamo nasconderci. L’ho detto, questa è la prova più dura dal dopoguerra. Con una tale caduta del Pil, gli effetti economici saranno molto dolorosi. È anche per questo che abbiamo varato una manovra da 25 miliardi e ora un’altra da 55: l’intervento più poderoso degli ultimi anni. E, parallelamente, stiamo preparando un decreto Sburocratizzazione per rilanciare gli investimenti, velocizzare le procedure di gara, anche con soluzioni sperimentali e temporanee limitate a questa fase. Non voglio parlare di ‘modello Genova’ perchè nella maggioranza ci sono sensibilità diverse e molte resistenze. Invito tutti, soprattutto chi ha responsabilità istituzionali, a partecipare con proposte e atteggiamenti di condivisione. Questo decreto sarà non meno importante di quelli economici, se vogliamo ricostruire in fretta il Paese.
Tutti parlano di un futuro governo Draghi: le risulta che Draghi sia interessato a un governo di unità nazionale?
Non interpreto il pensiero altrui. Con Draghi abbiamo un buon rapporto personale, di stima, ne ho grande considerazione. Non mi ha mai testimoniato interesse per la Presidenza del Consiglio e non credo, conoscendolo, che si lasci tirare per la giacchetta dalle varie iniziative in atto. Che sono palesemente strumentali.
Quante possibilità dà a se stesso e al suo governo di arrivare a fine legislatura?
Ne sono assolutamente sicuro. Io credo che le forze di maggioranza siano tutte consapevoli della grande responsabilità che abbiamo agli occhi del Paese. Questo vale anche per le forze più ‘vivaci’.
Interverrà per mettere pace fra Bonafede e Di Matteo?
Due anni fa Bonafede mi informò entusiasta della sua intenzione di coinvolgere Di Matteo, lo immaginava accanto a sé come il ‘nuovo Falcone’. Non ho assistito ai colloqui, ma l’idea di Bonafede condizionato o succube di pressioni mafiose è assolutamente irrealistica.
Consiglierebbe agli italiani di prenotare le vacanze?
Confido che l’epidemia sarà sempre più sotto controllo e potremo andare in vacanza. Magari con più cautele di prima, ma al mare, in montagna, in collina ci andremo. Sarebbe bello, per aiutare il settore duramente colpito del turismo, che tutti gli italiani passassero le ferie in Italia.