E adesso parte il giro dell’Italia dei Champions. Che sono per definizione globali: crescono a tutto export, per quanto piccoli hanno imparato alla virgola i segreti della competitività sui mercati internazionali, scegliendo nicchie di produzione superspecializzata hanno trasformato in forza i punti di debolezza (ovvero le dimensioni). Se l’operazione è riuscita, e in quello che fanno hanno saputo diventare leader, è perché «global», per loro, non ha mai cancellato «local». Semmai, l’uno ha rafforzato l’altro.
Quello che abbiamo iniziato due mesi fa su queste pagine e che ha portato all’incontro con i Champions venerdì scorso in Piazza Affari, ora continuerà con dieci tappe settimanali on the road (partenza venerdì prossimo a Torino, arrivo il 13 giugno a Napoli). È il secondo viaggio de L’Economia tra le aziende e le storie dei nostri migliori piccoli-medi imprenditori. Né l’anno scorso, alla prima edizione dell’inchiesta dedicata alle eccellenze dell’eccellenza manifatturiera, né ora abbiamo incontrato un solo «campione» che non abbia sottolineato quanto conti il «fattore territorio» nella costruzione del successo.
Possiamo chiamarli distretti, reti, valley. Non ha importanza. Importa che sono tanti, diffusi e, dalla meccanica alla farmaceutica passando per alimentare, tessile, arredamento, sono ciò che suggerisce la parola da cui derivano. «Terre» che custodiscono antiche tradizioni, competenze, abilità artigianali tipicamente nostre. Il merito dei Champions è di averle coltivate, proprio come si fa con i terreni, mantenendo salde le radici e però coniugandole, mano a mano, con il meglio della tecnologia. Un unicum che non si trova da altre parti, non in tutti quei settori e nemmeno in Paesi con analoga vocazione manifatturiera. Il mix che, sui mercati, fa la differenza da tutti sintetizzata come «made in Italy».
Se è così—e lo è—il racconto dei «campioni nascosti» e delle loro straordinarie capacità di sviluppo non può essere completo senza lo sfondo dei territori con i quali formano un tutt’uno. Perciò anche quest’anno, come per l’edizione 2018, dopo aver selezionato le nostre migliori piccole-medie aziende (con la Top 500 e la nuova Top 100), ai primi ritratti d’impresa seguono gli incontri nelle città che di quei territori sono la capitale. Ogni settimana, fino a metà giugno, L’Economia e ItalyPost organizzeranno i «Meet the Champions». Al Nord, al Centro, al Sud li ascolteremo parlare delle loro esperienze, delle loro «ricette» per la crescita, di ciò che pensano manchi al sistema-Paese per far girare al meglio e magari replicare un modello — il loro — che ha dimostrato di funzionare. Riporteremo le loro voci. Che troppo spesso, dicono, trovano solo interlocutori distratti. A volte neppure quelli.
*L’Economia, 18 marzo 2019