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La qualità a scapito della quantità. I più giovani comprano meno e scelgono meglio. Sono selettivi. Si informano, leggono le etichette. Tracciabilità e sostenibilità non sono parole vuote. Se abbracciano lo stile green è per effetto di un comportamento acquisito e destinato a durare. In sostanza, non è una moda passeggera. Inoltre, le loro scelte influenzano i più grandi e non viceversa. E questo «è l’aspetto più nuovo e sorprendente», sottolinea Erika Andreetta, partner PwC – il network di consulenza nel mondo Retail & Consumer Goods -, anticipando i contenuti dell’indagine che sarà presentata a Trento il 29 febbraio in occasione del Festival della Green Economy.
L’indagine ha preso in esame 2069 giovani Millennials (25-39 anni) e Generazione Z (17-24 anni). Per entrambe le generazioni la sostenibilità e il benessere sono un valore. Si distinguono quattro «profili» di comportamento, dal più «estremo», l’idealista ambientalista che ha a cuore l’ambiente a 360 gradi, all’attivista della plastica, dal green follower che pone l’informazione in testa a tutto, al viaggiatore green. «I valori del passato non sono quelli delle nuove generazioni – spiega Andreetta – che grazie ai social e alla rete sanno come informarsi e guardano anche quei dettagli che le generazioni precedenti non guardavano, come le etichette. Si informano e questo li pone in una situazione di forza, il loro Dna è cambiato, sono in grado di influenzare le generazioni più anziane. Cosa che finora non era mai avvenuta».
*Buone Notizie,