La possibilità che la famiglia Benetton incrementi la propria quota in Generali è positivo per Generali. Si può sintetizzare così il pensiero di Gabriele Galateri di Genola, presidente del Leone di Trieste, in merito ai rumors diffusi negli ultimi giorni, che vorrebbero la holding Edizione interessata a salire dall’attuale 0,94% al 2% del capitale (ai valori attuali di mercato l’1% di Generali vale circa 250 milioni di euro, ampiamente a disposizione della società che nel 2015 ha incassato quasi 1,1 miliardi dalla vendita della maggioranza di World Duty Free a Dufry). «É una buona notizia, decisamente positiva per il gruppo. Abbiamo già un buon gruppo di azionisti, se ne aggiunge un altro altrettanto valido», ha commentato Galateri, raggiunto a margine di un convegno a Milano.
A due mesi dall’assemblea, dunque, lo scenario all’interno dell’azionariato è in evoluzione. Francesco Gaetano Caltagirone ha limitato un po’ la sua quota verso il basso, ma resta comunque il terzo azionista di Generali con il 3,003% del capitale, alle spalle di Leonardo Del Vecchio, che ha il 3,163% e Mediobanca, con il 13,465%. A proposito dell’istituto di Piazzetta Cuccia, nei giorni scorsi il ceo Alberto Nagel ha confermato la volontà di cedere il 3% di Generali entro giugno del prossimo anno, in modo da limitare la partecipazione al 10%. Salvo precisare che la vendita «dovrà avvenire ai giusti valori».
Insomma, si aspetta un robusto rialzo per un titolo che negli ultimi dodici mesinon ha tenuto il passo del rialzo dei mercati, limitando il progresso al 6%. La somma che Mediobanca andrebbe a incassare potrebbe essere poi utilizzata per un’acquisizione o per distribuire una cedola più ricca.Un altro fronte sul quale lavora Generali è relativo al management, con rumors giornalistiche che indicano la volontà dei grandi azionisti di vedere rafforzate le competenze della direzione finanziaria di gruppo.
Un pensiero che sarebbe stato trasmesso esplicitamente al ceo Philippe Donnet. Non sarebbe in discussione il chief financial officer Luigi Lubelli, nominato appena un anno fa, ma potrebbe esservi un arrivo al suo fianco. Intanto il gruppo triestino prosegue nel piano di dismissioni dai mercati in cui ha quote di mercato marginali, che non giustificano l’investimento. L’obiettivo è incassare almeno un miliardo, da destinare a investimenti nell’innovazione e nella crescita nei mercati emergenti. Intanto ieri Jeffries ha pubblicato un report in cui indica proprio Generali tra i titoli preferiti, accanto al riassicuratore tedesco Munich Re, alla luce dei potenziali benefici dell’aumento dei rendimenti obbligazionari.Il mercato sottovaluta la forza dei guadagni in contanti dell’assicuratore italiano. Per Intermonte, invece, la situazione resta sotto osservazione, ma per il momento è ancora prematuro per eventuali revisioni delle stime, tanto che la raccomandazione resta “neutrale”, con target price a 16,20 euro, circa il 5% in più rispetto ai valori attuali.