La conferma è arrivata con un comunicato congiunto di Psa (Peugeot) e Fca (Fiat Chrysler): nasce «un nuovo gruppo con una dimensione e risorse di livello mondiale, il cui capitale sarà detenuto al 50 per cento dagli azionisti del gruppo Psa e al 50 per cento dagli azionisti di Fca». La nuova società, con sede legale ad Amsterdam, sarà il quarto costruttore automobilistico mondiale con 8,7 milioni di auto vendute l’anno e un giro d’affari di 170 miliardi di euro. Le due parti sottolineano la reciproca complementarietà, con «la forza di Fca in America del Nord e in America Latina e quella di Psa in Europa». E il fatto che le sinergie tra Peugeot e Fiat Chrysler consentiranno un risparmio valutato sin d’ora in 3,7 miliardi di euro l’anno. Con l’obiettivo, secondo il presidente di Fca, John Elkann, di «creare un gruppo leader nella mobilità sostenibile».
L’annuncio ufficiale ha provocato reazioni opposte in Borsa: a Milano le azioni Fca hanno guadagnato ieri un altro 8,2% dopo il 9,5% del giorno precedente, mentre a Parigi il titolo Psa è crollato del 12,8%. A preoccupare gli investitori sulla piazza francese non sembrano tanto le ragioni industriali della fusione, quanto la sua modalità: la soluzione paritetica, per alcuni osservatori, premia Fca, che prima dell’operazione aveva un valore di mercato attorno ai 13 miliardi contro i 20 di Psa, che avrebbe potuto pretendere quindi il 60%, non il 50%. In ogni caso la grande fusione cercata da almeno dieci anni da Fiat Chrysler è ora realtà, con un grande lavoro ancora da effettuare nelle prossime settimane per regolare i dettagli tecnici e passare quindi alla fase operativa.
Il governo francese che a giugno aveva frenato sulle nozze con Renault e che è azionista di Psa con il 12% si è questa volta dichiarato favorevole, parlando di «una buona notizia per l’industria francese ed europea», ribadendo però la particolare vigilanza dello Stato sulle garanzie per l’occupazione. Stesso scrupolo nelle parole del presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte: «Se ci sono economie di scala tanto meglio, ma l’importante è garantire il livello di occupazione e di investimento in Italia». Elkann, manterrà la carica nel nuovo gruppo con la direzione generale affidata a Carlos Tavares di Psa. In una lettera ai dipendenti Elkann ha detto di avere lavorato molto «per garantire un reale equilibrio nella governance», e ha fissato l’obiettivo di una leadership nella «mobilità sostenibile». I due gruppi assicurano che «nessuna chiusura di stabilimenti è prevista».