Ministro Franceschini, che estate avremo? Come potranno le nostre vacanze convivere col coronavirus?
«Ormai è chiaro che non ci sarà un giorno in cui il Paese, come d’incanto, tornerà di colpo alla normalità.
Avremo un periodo di tempo, fino al vaccino, in cui dovremo cambiare le nostre abitudini di vita: nel lavoro, nel tempo libero, nei trasporti e così anche nelle vacanze. Le faremo, ma dovremo rispettare limiti e regole».
Andremo al mare con i separè di plexiglass? Ci sarà il numero chiuso anche nelle spiagge libere?
«Ho visto questa idea del plexiglass e la trovo orribile e francamente impraticabile. Ho chiesto al comitato scientifico di indicare prescrizioni per le spiagge, distanze tra ombrelloni, sanificazione, per dare agli stabilimenti balneari il tempo di organizzarsi. Poi dobbiamo affrontare il tema dei controlli nelle spiagge libere».
E le passeggiate in montagna si dovranno fare da soli? I rifugi, le funivie, le cabinovie riapriranno?
«Anche qui ci saranno prescrizioni da rispettare, ma certo la montagna ha grandi spazi e i problemi saranno concentrati in rifugi e impianti».
Il premier Conte ha annunciato un piano per promuovere il turismo, “Viaggio in Italia”. Ce ne può anticipare i contenuti?
«Io non faccio annunci se non sono sicuro al cento per cento che le cose dette diventeranno norme. Ma dal primo giorno mi batto per spiegare che il turismo è il settore più colpito.
Per questo chiedo nei tavoli di governo misure specifiche e straordinarie nel prossimo decreto, dai crediti d’imposta per locazioni e per compensare le perdite di fatturato, alle risorse sia per l’adeguamento e la sanificazione delle strutture che per la promozione. A questo faceva riferimento Conte».
Avete annunciato un bonus vacanze per le famiglie. Si parla di 500 euro, chi potrà usufruirne?
«L’idea del bonus è quella di uno strumento per aiutare le persone con figli a carico e con reddito medio basso ad andare in vacanza, mettendo a loro disposizione una somma da spendere in strutture turistiche, dagli alberghi agli stabilimenti balneari. Un modo per aiutare imprese e famiglie insieme.
Ma è presto per dire se saranno 500 euro a famiglia o una cifra più bassa ma a persona».
La necessità di ridurre i passeggeri per distanziarli su aerei, treni e traghetti porterà ad un aumento dei biglietti? Il virus rischia di privilegiare un turismo di élite?
«Non ci dovranno essere aumenti e noi puntiamo a un turismo
accessibile a tutti, come dimostra proprio l’idea del bonus vacanze».
Dove pensate di trovare le risorse? I tempi del recovery fund potrebbero essere molto lunghi anche se Conte ne ha chiesto l’urgenza.
«Sono convinto che il Consiglio dei ministri considererà la specificità della crisi del turismo. Ed è molto importante che il Consiglio europeo abbia già riconosciuto questa specificità, che porterà una parte significativa della enorme somma del Recovery fund proprio sul turismo».
Il settore rappresenta oltre il 13% del Pil con il 15% degli occupati e 237 miliardi di fatturato. La metà proviene dai visitatori stranieri che invece quest’anno non potranno arrivare. Quanto durerà la chiusura dei confini?
«Dipenderà dall’andamento epidemiologico e dalle scelte degli Stati. Ho partecipato ieri al G20 del Turismo e lunedì avrò la riunione dei ministri Ue. Le preoccupazioni e la voglia di ripartire sono le stesse per tutti, ma il turismo internazionale quest’anno non ci sarà. Da qui nasce il piano “Viaggio in Italia” per un grande investimento sul turismo interno, di prossimità. Sarà anche una occasione di far conoscere meglio la bellezza unica dei luoghi meno noti e il bonus vacanze spingerà in questa direzione».
Le città d’arte potrebbero subire i danni più consistenti. Quando riapriranno musei e siti archeologici come Pompei o il Colosseo?
«A maggio, non dal 4 ma più avanti, potranno riaprire quelli in grado di rispettare le prescrizioni di sicurezza indicate dal comitato scientifico».
Anche lo spettacolo vive una profonda crisi. Cinema, teatri, concerti, manifestazioni all’aperto riapriranno per ultimi?
«Stiamo discutendo con gli esperti, ma gli ultimi saranno inevitabilmente i luoghi in cui tante persone dovrebbero stare in uno spazio limitato, al chiuso o all’aperto.
Vorrei fosse comunque chiaro che nessun teatro, nessun cinema, nessun artista, verrà lasciato solo.
Siamo partiti con le prime risorse straordinarie proprio dai più indifesi, quelli con i redditi più bassi».
Lei ha annunciato una Netflix della cultura: quando partirà il progetto e come funzionerà?
«Stiamo lavorando con Cassa depositi e prestiti a una piattaforma in cui offrire, a pagamento, ciò che non si può, per ora, proporre nelle sale. Così la produzione potrà continuare e le entrate da biglietti non si fermeranno. Poi, tornati alla normalità, resterà la domanda di accesso allo spettacolo anche online».
Ministro l’orizzonte è tra i più cupi, anche quello politico appare precario. Che futuro ci attende?
«Nei prossimi mesi tra rischi di ripresa del contagio e difficoltà economiche, sarà tutto molto difficile. Dobbiamo imparare da genitori e nonni che dopo la guerra si rimboccarono le maniche e ricostruirono velocemente il Paese. I conflitti politici erano anche più duri di oggi, ma seppero comportarsi come una comunità nazionale».