Le maggiori autorità indipendenti dello Stato, Bankitalia, Corte dei conti e Ufficio parlamentare di bilancio, bocciano la manovra. Mentre il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri polemizza con M5S e Conte: no al Daspo per i commercialisti e no alle manette per gli evasori. E dice no anche alle proposte della maggioranza sull’utilizzo degli 80 euro per cuneo o famiglia. Il punto debole della Nadef, la nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza – oggetto ieri delle audizioni presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato – è la stima dei risultati che il governo si attende nel 2020 dalla voce «lotta all’evasione». Si tratta di 7,2 miliardi, la metà delle coperture, che ammontano a circa 14,4 miliardi (tra spending, tagli agli sgravi fiscali, altre misure fiscali ed altro da individuare). In tutto, aggiungendo altri 14,4 miliardi di flessibilità concessi dalla Ue, dunque circa 29 miliardi per far fronte a sterilizzazione dell’Iva, cuneo e altre spese varie.
Ebbene la Banca d’Italia, rappresentata dal vicedirettore Federico Signorini, che dedica due pagine alla questione dell’evasione, definisce «ardua» la quantificazione del governo sulla lotta all’evasione, invita alla «cautela» e spiega: «I progressi nel contrasto all’evasione richiedono tempo, gli effetti delle misure che si introducono e i loro tempi possono essere valutati in anticipo con certezza». Bankitalia consiglia «momenti di monitoraggio» e «correttivi in caso di scostamenti».
La Corte dei conti, rappresentata dal consigliere Massimo Romano, è sulla medesima lunghezza d’onda. A proposito di quello che definisce «un ricorso massiccio» alle risorse che si intendono recuperare dalla lotta all’evasione, esprime «riserve» su tale «modalità di copertura» specie in un paese «ad elevato debito». Giuseppe Pisauro, presidente della Upb, l’autorità indipendente sui conti pubblici, è in sintonia con le altre due istituzioni. «Si tratta – ha detto – di un obiettivo piuttosto ambizioso specie se confrontato con i risultati tradizionalmente ottenuti su tale fronte e difficilmente conseguibile ». «Sembrerebbe opportuno non fare affidamento non fare affidamento su risorse incerte e a volte di natura non permanente ai fini dell’aggiustamento dei conti pubblici », ha ammonito Pisauro.
Dopo il blocco da parte di Renzi e Di Maio dell’operazione sull’aumento differenziato dell’Iva finalizzato a finanziare la riduzione del cuneo fiscale, il governo si trova in difficoltà a reperire risorse. Così, in alternativa, per cuneo, asili o altre spese sociali, si punta, all’interno della maggioranza, a smontare la misura renziana per eccellenza, cioè gli 80 euro. Gualtieri tuttavia afferma che il «bonus non sarà eliminato» e neanche «spostato», dunque niente da fare. Dall’altro lato sulla ricerca delle risorse dalla lotta all’evasione sono assai attivi i grillini. Con questi polemizza Gualtieri che ha definito «fake news» la proposta della viceministra dell’Economia Laura Castelli che in un documento ha parlato della «possibilità di poter introdurre un “Daspo” temporaneo o permanente a coloro che certificano in modo fraudolento crediti inesistenti». Gualtieri, nell’audizione parlamentare, ha anche polemizzato implicitamente con la proposta del premier Conte che aveva detto: «Chi sbaglia deve pagare. Siamo favorevoli anche a pene detentive per i casi di conclamata e grave evasione». Per Gualtieri invece le «manette agli evasori non sono allo studio».