Precompilata e rimborsi più veloci. Compliance sempre più estesa. Lotta all’evasione più efficace con non meno di 140mila accertamenti sulle partite Iva. Sono i principali obiettivi con cui le Entrate vogliono presentarsi a contribuenti e imprese per l’anno in corso ma che hanno un costo. Quanto? Le quantificazioni sono indicate nel budget economico 2018 dell’Agenzia. Si tratta dei 2,6 miliardi di spesa ipotizzati per tre aree strategiche di attività: servizi ai contribuenti, prevenzione e compliance, lotta all’evasione.
In attesa che il Governo scopra nelle prossime ore le carte sul gettito della lotta all’evasione del 2017, la convenzione siglata lo scorso agosto tra ministero dell’Economia ed Entrate ha fissato in 15 miliardi di euro all’anno l’obiettivo di recupero nel triennio 2018-2020. Rapportando il gettito atteso rispetto al budget disponibile, significa che i costi di lotta all’evasione e compliance eroderebbero quasi il 10% delle somme che ci si aspetta di recuperare. Le risorse finanziarie utilizzate per le sole attività di contrasto ammontano quasi a 1,2 miliardi. Risorse da impiegare per realizzare nel 2018 non meno di 140mila accertamenti su piccole imprese e professionisti, garantire un tasso di positività dei controlli sostanziali del 94% così da assicurare un livello di definizione (ossia quello che materialmente poi pagheranno i contribuenti) non inferiore al 50 per cento. Inoltre per gli accertamenti nei confronti delle imprese di grandi e medie dimensioni il valore medio della maggiore imposta definita per adesione e acquiescenza è fissato in 19mila euro per il 2018 e in 20mila per gli anni successivi.
L’agenzia delle Entrate stima poi di chiudere al 100% la sostituzione degli studi di settore con i nuovi indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa) nel 2019, mentre per l’anno in corso la transizione dovrebbe fermarsi a quota 66% degli attuali “strumenti” di calcolo presuntivo di ricavi e compensi. Anche sul fronte tributario le attese di successo restano elevate: le sentenze definite totalmente o parzialmente in senso favorevole all’Agenzia dovranno attestarsi sul 64%, mentre gli importi decisi in via definitiva sempre pro-Fisco dovranno toccare il 72 per cento.
Un ruolo importante nel contrasto all’evasione e ai suoi risultati è riservato all’area prevenzione che poggia sia sulla spinta alla compliance con le lettere di invito al ravvedimento sia con le risposte, nei termini di legge, degli interpelli. Sul primo fronte l’agenzia chiede agli Uffici di incrementare i versamenti del 10% all’anno con gli alert preventivi, mentre sul fronte delle risposte ai dubbi interpretativi gli obiettivi fissati quelli del 40% di chiarimenti agli interpelli ordinari entro 80 giorni dalla data dell’istanza e del 20% di feedback agli interpelli per nuovi investimenti entro 100 giorni dalla richiesta.
Per le grandi imprese la gestione del rischio fiscale passa per la cooperative compliance che per il 2018 dovrà riguardare il 35% della platea di riferimento e salire al 50% nel 2019. Sul patent box l’obiettivo è quello di chiudere entro il 2018 tutte le richieste arrivate nell’anno di prima applicazione, ossia il 2015, e di esaminare il 90% delle istanze di ruling depositate nel 2016. Il costo dell’area prevenzione è stimato in 259 milioni nel 2018.
Non meno importante il capitolo dedicato ai servizi per il contribuente dove le risorse rese disponibili arrivano anche in questo caso a sfiorare gli 1,2 miliardi. A dominare la scena anche nel 2018 sarà la dichiarazione precompilata che dovrà essere la base di partenza per il 75% dei modelli 730 ricevuti dall’Agenzia sia direttamente dai contribuenti sia attraverso Caf e intermediari abilitati. Sul fronte rimborso l’input è velocizzare rispetto al magazzino esistente: nell’anno in corso il target di erogazione sia per Iva che per imposte dirette è fissato all’80 per cento. Infine, nelle aspettative della stessa Agenzia dovrebbe essere poco sfruttata la nuova chance di proroga amministrativa introdotta dall’ultima manovra in quanto si stima che verranno adottati nel 100% dei casi circolari, chiarimenti e risoluzioni entro i fatidici 60 giorni prima dell’applicazione delle nuove norme.