Settimana cruciale per chiudere il dossier Stx-Fincantieri. Italia e Francia stanno perfezionando gli ultimi passaggi per dare vita a un colosso industriale con 10 miliardi di fatturato annuo e 36mila addetti. Come ha scritto Bono in una lettera ai dipendenti nasce «un leader europeo nella cantieristica civile e militare». La società italiana, secondo gli accordi annunciati al vertice di Lione, arriverà a controllare il 50% della compagine francese più un ulteriore 1% in prestito dal Governo francese per i prossimi 12 anni. La cessione del 51% dell’azienda francese al gruppo triestino dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. Definita anche la governance. Fincantieri esprimerà quattro degli otto membri del board, tra cui il presidente e l’amministratore delegato. Nelle scorse settimane, come ricostruito dal Sole 24 ore, il governo francese, attraverso l’Agenzia delle partecipazioni statali francese (Ape), ha finalizzato l’acquisizione del restante 66,7% messo in vendita dalla corte distrettuale di Seul, titolare della procedura concorsuale della holding sudcoreana Stx, alla quale fanno capo i cantieri di Saint Nazaire.
Nei prossimi giorni il lavoro degli sherpa francesi e italiani avrà un banco di prova importante. Domani a Roma è in programma un summit sulla parte di alleanza che riguarda le navi militari cui prenderanno parte i ministri Pier Carlo Padoan (Economia), Carlo Calenda (Sviluppo economico) e Roberta Pinotti (Difesa). Parigi parteciperà al confronto con il ministro dell’economia transalpino Bruno Le Maire e la collega della Difesa, Florence Parly. Nel testo dell’accordo italo-francese su Fincantieri-Stx, dal quale ha preso corpo la commissione bilaterale chiamata a valutare tempi e modi della cooperazione, c’è scritto che l’alleanza «implicherà un processo complesso e approfondito, che coinvolgerà non solo Fincantieri e Naval Group ma anche molti altri stakeholder: azionisti, partner industriali, clienti, dipendenti. E che hanno implicazioni significative su interessi strategici nazionali, quindi richiede l’impegno e l’orientamento sia del governo francese che di quello italiano».
Da settimane c’è al al lavoro un gruppo congiunto previsto dagli accordi sottoscritti a Lione con l’obiettivo di definire entro giugno 2018 una roadmap che dettagli i principi della futura alleanza. L’obiettivo – ha detto Le Maire – è avere alla fine un gigante industriale di dimensioni europee, che possa essere un leader mondiale nel settore della costruzione navale.Il Ceo di Leonardo Alessandro Profumo non ha nascosto il timore che il patto allargato fra il gruppo triestino e Naval Group penalizzi le competenze dell’ex Finmeccanica. E anche ieri, in una intervista al Sole 24 ore, ha ribadito che Orizzonte Sistemi Navali (Osn), la società controllata da Fincantieri (51%) e dalla stessa Leonardo (49%), resti «la migliore soluzione per salvaguardare la filiera nazionale». Sulla questione l’ad di Fincantieri ha più volte spiegato che saranno i Paesi clienti a scegliere quali apparati montare sulle navi e che sono previste delle «compensazioni» tra i due Paesi se sulle navi vendute all’estero sarà scelta apparecchiatura fornita da Thales, azionista di Naval Group.