Resta alta la tensione tra Italia e Francia sul caso Fincantieri-Stx. Ieri a lanciare l’affondo è stato il premier Giuseppe Conte che, dopo i toni distensivi dei giorni scorsi, ha alzato il tiro contro Parigi parlando a margine del World Economic Forum di Davos. «È paradossale – ha spiegato il presidente del Consiglio – che proprio mentre si crea un campione europeo della cantieristica per competere più efficacemente sui mercati mondiali come il gruppo Fincantieri-Stx, da parte della Francia si coinvolga la Commissione europea in modo così ambiguo». Un attacco chiaro, insomma, contro la decisione dell’Antitrust francese di sollecitare nelle scorse settimane l’intervento di Bruxelles che pure, in un primo momento, aveva escluso una sua discesa in campo poiché l’operazione non raggiungeva le soglie di fatturato previste dal regolamento europeo in materia di concentrazioni.
La forte presa di posizione del primo ministro, unita alla richiesta di affidare il seggio permanente della Francia nel Consiglio di sicurezza Onu «nel contesto europeo» e non più «a un singolo Paese», ha provocato l’immediata replica della ministra francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, che ha però escluso possibili ritorsioni contro l’Italia sul caso Fincantieri e sulla vicenda Alitalia dove Air France è tornata a riaffacciarsi prepotentemente sul dossier(si veda anche altro articolo in pagina). «Non vogliamo giocare al concorso di chi è più stupido. Con l’Italia abbiamo molte cose da fare e vogliamo continuare a farle. Mi recherò in Italia quando il clima si sarà calmato».
Sulla necessità di stemperare le tensioni è intervenuto poi anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. «Calmierare i toni con un paese per noi importante come la Francia, è nell’interesse del nostro paese». E, anche se lo stesso Conte ha poi provato in serata a rasserenare gli animi («non parlerei di lacerazioni, Italia e Francia hanno una tradizione di rapporti che non va messa in discussione»), come pure il ministro dell’Economia Giovanni Tria («spero che la tensione tra i due paesi sia decrescente»), la distanza politica tra Roma e Parigi resta, amplificata in mattinata dalle parole del vicepremier Matteo Salvini. «Le industrie francesi – aveva spiegato il leader della Lega – hanno fatto fino a poco tempo fa shopping in Italia per 70 miliardi di euro, quando un’industria italiana, Fincantieri cerca di rilevare un’azienda francese fanno ricorso alle autorità europee. Insomma…noi siamo e rimarremo europei, ma non siamo fessi». Mentre, nelle stesse ore, da Bruxelles, l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, bacchettava invece l’esecutivo per le critiche rivolte alla Francia. «Io quando vedo questa roba, non riesco neanche a capacitarmi. Problemi così complessi e raffinati non vanno affrontati con questa superficiale brutalità».
La palla sul dossier Fincantieri-Stx è comunque ora in mano a Bruxelles che dovrà decidere se dare o meno l’ok e la prossima settimana, secondo quanto apprende il Sole 24 Ore da fonti parlamentari, il commissario europeo per la concorrenza, Margrethe Vestager, è attesa a Roma per alcune audizioni in Parlamento e dovrebbe incontrare anche il vicepremier Luigi Di Maio: non è da escludere, quindi, che tra i temi affrontati ci sia anche il tentativo di acquisizione degli Chantiers de l’Atlantique.
Dal canto suo, l’azienda è al lavoro sulla prenotifica dell’operazione all’Antitrust Ue e chi ha incrociato in queste ore l’ad del gruppo, Giuseppe Bono, lo descrive per nulla preoccupato dal riaccendersi della tensione tra Roma e Parigi che derubrica e convinto che l’operazione vada in porto come peraltro aveva ribadito di recente a margine della firma del contratto per il Ponte Morandi. «Sono fiducioso perché sono europeista ma se dovessero esserci delle decisioni diverse, allora vorrebbe dire che il problema sarebbe dell’Europa e non di Fincantieri». Il ragionamento che il ceo va ripetendo è che un eventuale stop, determinato semmai dall’effetto di norme Ue in materia di antitrust ormai anacronistiche ma ancora vincenti, danneggerebbe innanzitutto l’Europa e la Francia che ha bisogno di un partner industriale per i cantieri bretoni. Certo, l’acquisizione dell’ex Stx France produrrebbe un vantaggio innegabile anche per Fincantieri, ma il gruppo, è questa l’idea del numero uno, non si strapperebbe le vesti se non riuscisse a centrare il traguardo.
Ad ogni modo, i tempi del dossier francese sono destinati ad allungarsi,mentre si avvicina un’altra sfida per il gruppo: la maxi-gara da 1,6 miliardi indetta dalla Marina Brasiliana per quattro corvette. Dopo aver presentato la sua offerta insieme a Leonardo e alla controllata Vard, Fincantieri ha lanciato ieri un road show con l’industria locale, in vista del rush finale per la commessa (l’aggiudicazione sarà a marzo), che ha registrato anche la partecipazione, tra gli altri, del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta: «Sono in Brasile per sostenere le imprese italiane, le nostre eccellenze che rendono il made in Italy una realtà da difendere e promuovere».