Fincantieri e Naval Group cercano la quadra sull’alleanza italo-francese nelle navi militari e, come reso noto nelle scorse settimane dall’ad del gruppo triestino, Giuseppe Bono, (si veda il Sole 24 Ore del 3 febbraio), procedono gli incontri con tutti gli stakeholder. Dieci giorni fa, il primo step a Parigi con i due ceo, Bono e Hervé Guillou (NG), che agiscono da “registi” dell’operazione, a confronto con l’ad di Leonardo, Alessandro Profumo, e il numero uno di Thales, Patrice Caine, per provare a definire il contributo delle due aziende, con riferimento al sistema di comando e controllo (Cms, combat management system), nella geometria del futuro patto. Un obiettivo, quest’ultimo, che sarà portato avanti anche con il supporto di un gruppo tecnico di lavoro tra le quattro società: a farne parte, tra l’altro, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, sarebbero il dg di Fincantieri, Alberto Maestrini, e il responsabile Strategie e M&A di Leonardo, Giovanni Soccodato, con gli omologhi di Ng e Thales, tutti presenti, peraltro, al fianco dei loro ad, alla riunione parigina. Il gruppo si riunirà con cadenza periodica (ogni 10-15 giorni) e il primo confronto tra gli operativi si dovrebbe tenere oggi nella capitale francese.
Ieri poi Bono e Guillou hanno incontrato a Parigi i vertici di Mbda, la joint venture europea tra Leonardo (25%), Airbus (37,5%) e Bae Systems (37,5%) che fornisce missili e sistemi di lancio. Subito dopo è stata la volta di Elettronica della famiglia Benigni, partecipata anch’essa dal gruppo di Piazza Montegrappa e da Thales (con circa un terzo del capitale a testa) e specializzata in sistemi avanzati nella difesa elettronica, un altro tassello del sistema di combattimento. Per arrivare alla declinazione finale, che dovrà essere presentata entro il 30 giugno ai due governi, Bono e Guillou, che da anni sostengono la necessità di un’integrazione più spinta tra le due sponde e che hanno in mano il pallino della partita, dovranno quindi trovare il giusto incastro tra le diverse tessere.
Le due aziende, però, stanno già provando a rafforzare ancor di più il loro asse in vista dell’alleanza. Basti pensare, per esempio, all’offerta congiunta nella maxi-commessa canadese per 15 nuove fregate multiruolo nel quadro del programma Canadian Surface Combatant (Csc). E un altro test sarà rappresentato dall’annunciata costruzione, da parte di Naval Group per conto della Marina francese, di due navi di supporto logistico (Lss) nei cantieri di Saint-Nazaire – in procinto di passare sotto il controllo di Fincantieri -, sul modello di quella (“Vulcano”)commissionata al gruppo di Bono nell’ambito del piano di rinnovamento della flotta della Marina militare. Ad aprile, in occasione del varo del troncone di prua della Vulcano a Castellammare di Stabia, era stato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, a rivelare l’interesse della Francia per 3 Lss dal modello italiano. E, nei giorni scorsi, è arrivato l’ok definitivo con la legge di programmazione militare francese che stanzia quasi 200 miliardi di euro in cinque anni. Nella relazione tecnica annessa al provvedimento, si conferma infatti il programma di sostituzione delle vecchie navi rifornitrici d’oltralpe e si parla di una consegna entro il 2025. «Fincantieri ha predisposto un piano di unità di supporto logistico per la Marina italiana che ci conviene al 98% – aveva spiegato a ottobre, nel corso di un’audizione in commissione Difesa all’Assemblea nazionale, il capo di stato maggiore della Marina francese, Christophe Prazuck – . La Marina nazionale si è quindi avvicinata a Fincantieri per studiare la possibilità di una partnership italo-francese in materia».