Tanto tuonò che il governo passò senza problemi. Il Senato approva la fiducia messa dall’esecutivo sul decreto Sicurezza bis. La maggioranza fa il pieno con 160 sì. Sono tutti quelli previsti, con l’eccezione dei cinque «ribelli» del Movimento 5 Stelle usciti dall’Aula per non partecipare al voto. E tenendo conto delle due assenze giustificate nella Lega, Umberto Bossi per motivi di salute e Massimo Candura in viaggio di nozze. I voti contrari sono stati in tutto 57, essenzialmente quelli dei senatori del Pd che indossano una t-shirt con la scritta «Non sprechiamo l’umanità». Mentre davanti a Palazzo Madama si tiene un sit in di protesta e l’associazione Libera lancia lo slogan «La disumanità non può diventare legge».
Gli assenti erano una trentina. Ma anche Forza Italia, presente in Aula ma senza partecipare al voto, e Fratelli d’Italia, astenuti, hanno dato indirettamente una mano alla maggioranza abbassando fino a quota 109 il numero dei voti necessari per evitare una bocciatura e quindi una crisi di governo. Il decreto Sicurezza bis a questo punto diventa legge. Ma nelle prossime ore ci sarà un altro passaggio delicato per la maggioranza con il voto, sempre al Senato, delle mozioni sulla Tav, che vedono i due alleati di governo su posizioni contrapposte.
Intanto Salvini passa all’incasso con un provvedimento sul quale nelle ultime ore aveva alzato la pressione proprio per mettere ancora una volta all’angolo il Movimento 5 Stelle: «Ringrazio voi, gli italiani e la Beata Vergine Maria», scrive su Twitter. L’altro vicepremier, Luigi Di Maio, non dice una parola sul decreto Sicurezza, che pure il Movimento 5 Stelle ha contribuito a far passare. Come ammette sempre per il M5S Gianni Marilotti, «solo il 20% dei nostri senatori approva il decreto ma il no porterebbe al voto». Dal Pd il segretario Nicola Zingaretti attacca proprio i pentastellati: «Grazie agli schiavi Cinque Stelle l’Italia è più insicura».