C’è un nuovo umanesimo che si sta affermando con la quarta rivoluzione industriale. È l’umanesimo metalmeccanico che si sostanzia nel mosaico delle relazioni industriali di Federmeccanica, che di fase in fase, si arricchisce di nuove tessere. Dopo la fase del rinnovamento contrattuale e culturale che ha fornito ai meccanici una nuova cassetta degli attrezzi, tra cui bisognerà ricordare almeno il diritto alla formazione individuale e i benefit, oggi gli imprenditori della meccanica sono alle prese con la fase dell’impegno. Impegno significa dotarsi di un nuovo decalogo (sarà presentato oggi al Festival città impresa a Vicenza) e riguarda tutte le imprese, come spiega il presidente Alberto Dal Poz: «Quando sono stato chiamato alla guida di Federmeccanica, ho assunto un impegno preciso: dar voce a tutte le imprese metalmeccaniche». Federmeccanica non vuole lasciare indietro nessuno. «La rappresentanza oggi impone di confrontarsi con la diversità per gestirla – continua Dal Poz -. L’Impegno che abbiamo presentato rappresenta la vision che intendiamo portare avanti tanto al nostro interno e nel sistema federale, quanto nei confronti delle organizzazioni sindacali e dei diversi attori istituzionali ed economici con i quali Federmeccanica si confronta».
La competitività delle imprese è un elemento centrale dell’impegno che vede il coinvolgimento di tutte le parti in causa: gli imprenditori, così come i lavoratori. «Nelle aziende – dice il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi – le barriere tenderanno a sfumarsi di più e si creeranno le condizioni per agire trasversalmente». Per le aziende diventa «indispensabile», si legge nel decalogo, avviare un approccio sistemico alla digitalizzazione a partire dalla formazione delle risorse umane e dall’assunzione di nuove figure manageriali e professionali. Questo, insieme al welfare e ai flexible benefit, sono fattori capaci di creare un extravalore che va molto al di là del riconoscimento economico. L’impegno significa guardare anche ai giovani: i tempi sono maturi, dice il decalogo, per diffondere su larga scala i modelli di alternanza scuola lavoro. La grande trasformazione, non bisogna dimenticare, «ha le persone al centro e si nutre di formazione». Il loro coinvolgimento alla vita d’impresa «dovrà avvenire quotidianamente», osserva Franchi che ricorda anche i risultati dell’ultimo Mol (il monitor lavoro) da cui è emerso chiaramente il tema della partecipazione. La difesa dell’occupazione si dovrà fare in maniera attiva perché «la migliore e più efficace tutela è rappresentata dalla competitività delle imprese. Se questa migliora, cresce l’occupazione», spiega Franchi. Ammesso che ci deve essere una garanzia minima per tutti, come previsto dall’ultimo contratto, il legame tra salari e produttività aziendale dovrà portare all’impegno a «promuovere in ogni occasione e in ogni sede la cultura della retribuzione variabile che deve diffondersi in maniera uniforme e coerente tra i lavoratori e le imprese – si legge -. Retribuzione variabile, quindi, nella forma come nella sostanza».
Il decalogo sarà veicolato tra le imprese, nel sistema federale, tra i sindacati e le istituzioni e si pone l’obiettivo di lanciare un messaggio forte perché «impegna moralmente le imprese a portare avanti il rinnovamento contrattuale e culturale», spiega Franchi. Rafforzando alcuni messaggi come per esempio quello sulla formazione, sulla sicurezza e contrastando stereotipi come quello che vuole le donne con un ruolo marginale in questo comparto (si veda il pezzo sotto). A sostenere l’umanesimo metalmeccanico ci sono molti osservatori dell’industria italiana. Per Stefano Paleari, presidente Comitato Coordinamento Human Technopole «l’impegno di Federmeccanica è visionario negli obiettivi ma ancorato saldamente alla realtà nel merito. Il nuovo umanesimo pone al centro la persona come parte di una comunità». Lo storico dell’industria Giuseppe Berta vede nel decalogo un invito a come si può fare per irrobustire le forze dell’innovazione nella nostra società, per fare in modo di mantenere ben saldi i legami tra l’Italia, l’Europa e il mondo». Daniela Del Boca che insegna all’Università di Torino aggiunge che «il documento coglie tanto l’evoluzione tecnico-organizzativa dell’impresa metalmeccanica, quanto l’inarrestabile rinnovamento cui vanno soggette le relazioni siano esse sindacali, industriali e umane», mentre Enzo Rullani professore alla Venice International University a proposito di Impegno osserva che «Federmeccanica assume come prospettiva per la propria azione l’idea di un nuovo umanesimo, in cui le persone coinvolte nei processi innovativi da realizzare nelle imprese tornano al centro della scena».