Nata come azienda familiare negli anni 50 a Pavia oggi Fedegari è un gruppo presente in cento paesi con un fatturato di circa 63 milioni di euro, il 90% da mercati stranieri. L’azienda negli ultimi dieci anni ha raddoppiato il giro d’affari ed è passata da cento a 500 dipendenti. Fedegari è player di riferimento per l’industria farmaceutica per la quale progetta e realizza su misura sistemi integrati di sterilizzazione, unità di bio-decontaminazione, impianti di lavaggio, sistemi di carico e scarico robotizzati.
E la crescita di Fedegari non sembra arrestarsi: «Le previsioni per il 2018 sono di aumentare il fatturato del 10/12 per cento rispetto allo scorso anno», commenta il presidente Giuseppe Fedegari. Questo avverrà anche grazie all’ingresso nel settore di altri comparti: «In passato le autoclavi per la sterilizzazione erano interessanti esclusivamente per il settore farmaceutico – prosegue il presidente – oggi anche l’industria alimentare e quella cosmetica stanno valutando e avviando i processi di sterilizzazione dei loro prodotti». Un fenomeno che consente all’azienda di allargare il suo parco clienti.
Ma la fortuna del gruppo pavese è fondata su tre driver principali. Il primo è l’approccio tailor made della produzione: «Studiamo e realizziamo sistemi su misura per ogni cliente e produciamo tutto, dalle valvole ai software, in Italia e autonomamente, così da gestire l’intera filiera in modo da ottenere macchine che garantiscono il massimo delle prestazioni». La seconda strategia di Fedegari consiste in importanti investimenti in Ricerca e sviluppo e formazione: «Abbiamo due Technology Center e abbiamo investito 10 milioni di euro solo negli ultimi due anni in ricerca e formazione». Formazione che guarda anche all’esterno: i corsi tenuti da Fedegari in tutto il mondo coinvolgono dipendenti, clienti, ma anche enti regolatori di molti paesi. Tra i numerosi clienti che si sono affidati a Fedegari sul mercato nazionale e internazionale, grandi gruppi come Glaxo Smith Kline, Sanofi, Pfizer, Novartis e Merck Sharp; Dohme oltre a realtà domestiche come BSP Pharmaceuticals, Patheon.
«Oggi però ci concentriamo in particolare su clienti medio piccoli, con processi decisionali più veloci che consentono di adottare più rapidamente soluzioni innovative». Infine l’azienda continua a puntare sull’internazionalizzazione dalla Svizzera alla Germania, fino a usa e Cina. Obiettivo garantire assistenza ai clienti all’estero, senza mai delocalizzare la propria produzione nella convinzione che la qualità e non l’abbattimento dei costi di lavoro debba essere il principale motore di sviluppo.
*L’Economia, 7 maggio 2018