Dovevano partire a gennaio ma sono fermi in magazzino. Quattro esemplari di tornio a mandrino rovesciato prodotti dalla Famar group di Avigliana (Torino), con destinazione le fabbriche di automobili a Shanghai. Valore 2,4 milioni di euro immobilizzati. Colpa del coronavirus che ha svuotato i capannoni cinesi . Ma non è solo quello a turbare i sonni di Fausto Marinello, l’imprenditore-inventore che ha fondato (nel 1973) e guida il gruppo di famiglia: lavorano con lui i figli Beatrice, responsabile dell’ufficio vendite e Federico (area tecnica).
«Per noi della meccanica è una sfida anche la transizione dal motore termico all’elettrico. La produzione è entrata in crisi», afferma l’imprenditore. Il motivo è semplice: nelle parti come motore, sospensioni e cambio, il numero di pezzi meccanici che entrano nelle e-cars è del 20% inferiore alle vetture tradizionali. «Per fortuna continuiamo a produrre per l’ibrido ed esportiamo in tutto il mondo». Tra i clienti, Bmw, Daimler, le case coreane, poi Renault, «che sta investendo molto».
Ma che cosa comprano i carmaker da questa azienda che nel 2019 ha fatturato 70 milioni di euro, in leggero calo rispetto al picco di un anno prima (74,4 milioni) con gli utili vicini a 18 milioni? Il fiore all’occhiello si chiama, appunto, tornio verticale a mandrino doppio rovesciato. A metà degli anni Novanta, quando è entrato nelle fabbriche ha rivoluzionato il modo di lavorare i pezzi meccanici. A differenza del classico tornio orizzontale, nel verticale il mandrino blocca il pezzo e lo mette in rotazione per essere lavorato. Poi lo posa e ne carica un altro: un meccanismo di self loading ad alta automazione che riduce la necessità di operai davanti alla macchina e aumenta i prodotti. Dai capannoni Famar ne escono ogni anno circa 150, circa quattromila da quando Marinello lo ha brevettato. Perché l’idea di rovesciare il tornio e tutto il resto è sua, prima non c’era niente di simile. E quando ne parla, ricorda le notti insonni a progettare, i debiti contratti per il prototipo, l’emozione di portare in fiera il Benjamin (il nome in ricordo di suo padre): subito dieci ordini, un successo. Ripartito con pazienza (e nuovi mercati) dopo la crisi Fiat che era mono-cliente, Marinello è pronto a farlo ancora quando il virus sarà sconfitto.
*L’Economia, 17 febbraio 2020