Cinquantotto anni «non sono pochi, ma non sono neanche troppi per essere considerati “anziani”. Il nostro, è un cammino lungo, fatto di tradizioni e saper fare, di forza, coraggio, impegno, dedizione: una ricerca costante del meglio, sia a livello tecnologico che umano, sempre nel rispetto della terra».
È una «portatrice sana» di valori Debora Carabelli che, insieme ai suoi fratelli Raffaella, Giuseppe ed Elena guida Fadis, azienda specializzata del meccanico-tessile (il business principali sono le roccatrici di precisione per tutti i tipi di filati), fondata dal nonno Giuseppe Carabelli insieme all’amico di una vita, Armando Canton, a Solbiate Arno, nel cuore della storica zona del tessile lombardo, nel 1960. E trasformata in un’azienda «moderna» dal figlio del fondatore Danilo Carabelli, attuale presidente di Fadis che inaugura i primi stabilimenti produttivi del gruppo nel 1972.
«Essere dei pionieri – afferma Debora Carabelli – fa parte del nostro dna. La nostra storia, infatti, è costellata, oltre che da una formazione umana e tecnica salda, anche da intuizioni e idee geniali. Dai primi modelli meccanici all’introduzione delle macchine elettroniche per lavorazioni più sofisticate e flessibili già nel 1985, fino alle macchine a guidafilo elettronico con incrocio di precisione alla fine degli anni Novanta. Diciamo che abbiamo avuto sempre le macchine giuste al momento giusto».
Innovazioni, accompagnate da investimenti costanti (circa il 6% del fatturato ogni anno destinato a Ricerca e Sviluppo) che hanno permesso al gruppo di chiudere il 2017 a quota 30 milioni di euro (+100% rispetto a 5 anni fa), esportando all’estero il 93% (tra i mercati con crescita più rapida la Cina) dei suoi prodotti in 70 Paesi del mondo. «Abbiamo accompagnato la nostra avanguardia tecnologica – conclude l’amministratore delegato – con un processo per rendere la nostra azienda a basso impatto ambientale. In questo senso, abbiamo già investito oltre 4 milioni di euro: dagli impianti fotovoltaici alla produzione di macchine compatte dai consumi energivori minori.
In più, la scelta di mantenere la produzione intera sul territorio nazionale (con il 95% dei fornitori italiani) si è rivelata vincente dal punto di vista strategico, visto che ci ha permesso di rispondere velocemente e in modo flessibile ai clienti, mantenendo intatta una qualità altissima che include certificazioni prestigiose, ma anche controlli e collaudi accurati. Ora, la sfida è saper cavalcare le novità e gli stimoli dell’Industria 4.0: una rivoluzione che cambierà per sempre il mondo produttivo».
*L’Economia, 16 aprile 2018