All’interno del tradizionale partito del non voto – che dalla Seconda Repubblica in poi ha spesso deciso l’esito delle elezioni nazionali – c’è una “corrente” che si candida a essere determinante anche alle prossime europee. Ed è quella degli «indecisi». Cioè coloro che, seppur intenzionati a recarsi alle urne il prossimo 26 maggio, non hanno ancora stabilito per chi votare. Una fetta di elettorato tutt’altro che piccola visto che l’ultima rilevazione dell’Istituto Noto Sondaggi, risalente al 30 aprile, la dà al 17% (contro il 21% di una settimana prima). Pari a 8,6 milioni di voti in cerca di un rappresentante. Capire da chi sia rappresentata e in che direzione si stia orientando può offrire uno strumento in più per l’ultimo scorcio di campagna elettorale. Sia alle forze in campo che agli osservatori esterni.
L’identikit degli indecisi
Donna, over 35, astensionista o ex elettrice di M5S o Pd: ecco l’identikit dell’indecisa-tipo che emerge dai dati pubblicati qui accanto. Il 65% di chi non ha sciolto la prognosi in vista del 26 maggio appartiene al gentilsesso. Pochi i giovani invece, forse perché più convinti ad astenersi. Appena il 19% del campione, infatti, ha tra i 18 e i 34 anni; a dividersi il restante 81% sono, quasi in parti uguali, gli adulti (vale a dire i 35-54enni) e gli anziani dai 55 in su.
In oltre metà dei casi chi è indeciso oggi già il 4 marzo 2018 non era andato a votare. Mentre tra chi un anno fa si è recato alle urne e adesso non sa come comportarsi prevalgono gli elettori pentastellati (19%), davanti al Pd (10%). Più lontana la Lega con il 6 per cento.
Una competizione tutta nazionale
Altro elemento degno di nota è che le prossime elezioni, pur essendo europee di nome, saranno nazionali di fatto. Oltre due incerti su tre (il 68%) rivelano che sceglieranno la lista pensando alla situazione italiana. E una percentuale pressoché analoga (il 66%) si aspetta una ricaduta interna dai risultati del voto per rinnovare il Parlamento Ue. Il combinato disposto di questi due elementi spiega, forse meglio di altri, perché la campagna elettorale sia stata pressoché monopolizzata dall’attività – passata, presente o futura – del governo gialloverde. Con un botta e risposta ormai quotidiano tra le due anime della maggioranza. Fatto sta che tra le forze a cui gli indecisi – che si dicono tanto europeisti e poco sovranisti – riconoscono di parlare soprattutto di Italia la prima è la Lega (37%) e la terza è il M5S (6%). Laddove i più concentrati sull’Europa appaiono i dem.
Le possibili preferenze
Seppur indirettamente, le rilevazioni di Noto Sondaggi confermano infine il ruolo di grande favorito attribuito al Carroccio. La lista di Matteo Salvini appare in testa alle preferenze anche tra gli indecisi, con il 27% del campione che sembra orientato a scegliere l’opzione leghista. Mentre alle sue spalle continua il testa a testa tra democratici e grillini. Sempre più vicini. Non solo nelle parole d’ordine utilizzate, ma anche nei possibili consensi in arrivo: 23% per il Pd contro il 19% dei 5 Stelle, rispetto al 24-16% della settimana precedente.