Sono cinque milioni e mezzo gli italiani chiamati oggi — dalle 7 alle 23 — a votare per i governi regionali di Emilia-Romagna e Calabria, ma nelle loro mani c’è forse molto di più della scelta tra uno o l’altro presidente: il destino della legislatura. Perché anche se dalla maggioranza tutti — dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte ai leader di M5S, Pd, Italia viva, Leu — ripetono che si tratta di un voto solo locale, che non avrà valenza nazionale, è evidente come una vittoria del centrodestra soprattutto in Emilia-Romagna provocherebbe un vero terremoto.
Salvini, Meloni, Berlusconi hanno già annunciato che con la conquista della Regione da sempre «feudo rosso», cassaforte e roccaforte del voto Pd («Ho buone notizie — ha detto ieri il leader azzurro — vinceremo sia in Emilia-Romagna che in Calabria»), diventano doverose le dimissioni di Conte e del governo: «Altrimenti, non sarebbe più una democrazia, ma una dittatura».
E il messaggio è già arrivato forte e chiaro al presidente della Repubblica: «Prima li mandiamo a casa, poi andiamo a dare lo sfratto al governo tasse, sbarchi e manette» ha avvertito il capo della Lega in uno dei tanti interventi di chiamata al voto di ieri, ripetuti soprattutto sul Twitter e Facebook che, denuncia il Pd, dimostrano «una vera e propria violazione» della regola del silenzio elettorale (ma anche Piero Fassino ha inviato messaggi di invito al voto).
Salvini punta tutto sulla vittoria in Emilia: ha girato la Regione in lungo e largo (200 le città e i piccoli centri visitati), è stato protagonista di uscite contestatissime — la polemica della chiamata al citofono con l’accusa di «spacciare» ad un cittadino tunisino, nel quartiere bolognese del Pilastro, ha dominato gli ultimi giorni — e ha di fatto dato il là alla nascita delle Sardine, che oggi accoratamente invitano ad andare a votare. E quasi passa in secondo piano lo scontro tra i candidati, l’uscente presidente del Pd Stefano Bonaccini (che in precedenza aveva replicato alle previsioni leghiste dicendo: «l’Emilia li stupirà»), la sfidante del Carroccio Lucia Borgonzoni, il consigliere M5S Simone Benini. Tanto più perché in Emilia è possibile il voto disgiunto, il che alimenta le speranze soprattutto a sinistra. Meno cruciale e forse combattuto appare il voto in Calabria, dove si sfidano Jole Santelli per il centrodestra, Pippo Callipo per il centrosinistra, Francesco Aiello per il M5S. Sarà in ogni caso una notte da batticuore, perché non solo chi vincerà, ma anche quali percentuali ciascuno prenderà, potranno condizionare le mosse politiche da domani in poi. E FI in difficoltà, il M5S dopo le dimissioni di Di Maio, si giocano tantissimo.