La storia di Elite è, in fondo, una storia d’amore. Amore per la due ruote, per il ciclismo, per le corse indoor e outdoor. Parliamo di un’azienda storica veneta, con sede in una vecchia fornace ristrutturata a Fontaniva, in provincia di Padova. Un’impresa che ha saputo trasformare il fare innovazione in un asset strategico, costruendo un piccolo impero nella ricerca e produzione di articoli per lo sport. In particolare rulli di allenamento, borracce e portaborracce per ciclisti.
Un mercato di nicchia ma in crescita, tanto che l’impresa ha chiuso il 2018con un fatturato intorno ai 37 milioni di euro, segnando +5% sul 2017. Merito dell’export, che pesa per il 90%, e di una rete di vendita che interessa oltre 70 Paesi, dall’Europa all’America passando per l’Australia e l’Asia. «Siamo nati nel 1979 – racconta Nicoletta Sartore, 45 anni, direttrice operativa di Elite –, dalla passione per il ciclismo di mio padre Amerigo e dalla sua voglia di “creare qualcosa di suo”». Negli anni l’impresa si è specializzata e oggi è sponsor tecnico di oltre la metà dei team professionistici nel mondo. «Abbiamo messo in piedi una squadra che si occupa in modo specifico di sviluppare nuove tecnologie per lo sport. Abbiamo una divisione per lo sviluppo meccanico e una per lo sviluppo elettronico e software». Significa selezionare ingegneri, tecnici e informatici per brevettare modelli nuovi ogni anno.
Così è nata la prima borraccia termica in Nanogel o la sperimentazione di due volani integrati all’interno del rullo d’allenamento, un modo per pedalare con grande fluidità anche indoor. O ancora il software che crea sessioni di allenamento virtuale via smartphone, tablet e pc analizzando i dati di potenza, frequenza cardiaca, velocità e distanza. «Anche il ciclismo si sta evolvendo – aggiunge Sartore – con questo software siamo riusciti a coinvolgere delle vere e proprie community di appassionati. È un mercato in sviluppo: 6-7 mila ciclisti che da casa si incontrano virtualmente per allenarsi».
Dopo ricerca e innovazione, altra chiave del successo è il team-working.Dice Sartore: «Io e i miei fratelli abbiamo ereditato la passione per il ciclismo dai nostri genitori, ma abbiamo voluto in azienda manager e persone competenti, oltre che fidate. Siamo una cinquantina in tutto ma molti lavorano con noi da oltre vent’anni». Per il 2019 l’azienda conta di ampliare la squadra. «Siamo ancora alla ricerca di ingegneri e tecnici. Non è facile trovare persone preparate ma non demordiamo». Pedalare in salita non spaventa.