I risparmiatori truffati dalle banche dovranno attendere per ottenere i rimborsi. Serve un Consiglio dei ministri di tre ore per arrivare all’evidenza che non ci sono le condizioni per inserire nel decreto Crescita le modifiche alla norma sui rimborsi predisposte dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Eppure per tutta la giornata di ieri il premier Giuseppe Conte si era detto ottimista che una soluzione sarebbe stata individuata. La lunga riunione a Palazzo Chigi si conclude con l’approvazione del provvedimento che dovrà stimolare la crescita dell’economia con la formula «salvo intese». Un esito che soddisfa Conte. « Le misure contenute in questo provvedimento, contribuiranno alla ripresa del Paese, favorendo una crescita più robusta». Stessa lunghezza d’onda per il vicepremier Luigi Di Maio che dice: «Sono molto contento che il Consiglio dei ministri abbia approvato il decreto che avrà un impatto positivo sul Pil e sulla crescita delle imprese».
Una premessa seguita da una frase conciliante nei confronti di Tria che rivela le difficoltà in corso. «Non è in discussione il ruolo di alcun ministro, tanto meno quello dell’Economia», spiega Di Maio. Alzando il velo su ciò che è di dominio pubblico: le tensioni tra la maggioranza di governo e il titolare di Via XX Settembre, che nei giorni scorsi ha ribadito l’indisponibilità a firmare i decreti attuativi per i rimborsi, in assenza di una norma primaria che indichi Consap come ente erogatore dei ristori. L’intento di Tria è duplice: assicurare uno scudo ai funzionari del Mef dall’accusa di danno erariale e inserire dei paletti al meccanismo di rimborso senza arbitrati che non convince la Ue. La soluzione di Tria si scontra con il M5S. «Nessuna norma può essere inserita senza accordo delle associazioni dei risparmiatori», è l’obiezione di Di Maio. Al premier Conte non è, insomma, riuscita l’opera di sintesi tra pentastellati e Tria, tanto che in agenda ha fissato già la convocazione dei risparmiatori per lunedì prossimo. Il giorno seguente potrebbe tenersi un Consiglio dei ministri per sbloccare la norma sui rimborsi.
«Vogliamo che i risparmiatori siano pagati senza arbitrati», precisa Di Maio, «il premier incontrerà le associazioni dei risparmiatori, perché nulla si fa senza il dialogo con loro, l’obiettivo è risarcirli direttamente con la norma messa in legge di bilancio e le soluzioni tecniche che condivideremo con loro». Il pallino torna così nelle mani di Conte in un contesto di sfiducia e di diffidenza reciproca, dove anche gli alleati della Lega non esitano a lamentarsi. «Troppi no e troppa lentezza. Serve un cambio di passo, ci vuole più concretezza», è la posizione dei leghisti che specificano di volere «risposte serie e reali per i risparmiatori ma basta bloccare il Paese con i “no”. Alle parole ora devono seguire i fatti». Resta che per l’approvazione con la formula «salvo intese» valgono le parole del ministro Fraccaro. «È molto corposo, molto tecnico e deve essere affinato».