«Ci sono le premesse, stiamo lavorando con l’idea di rimetterci le mani». Così il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, a proposito della plastic tax e della stangata sulle auto aziendali. Entrambe le misure dovrebbero essere cambiate in Parlamento con emendamenti alla legge di Bilancio concordati tra governo e maggioranza. Ma prima bisogna trovare le coperture, in attesa delle previsioni economiche che oggi diffonderà la commissione europea, previsioni che vedrebbero una revisione al ribasso della stima di crescita per l’Italia nel 2020. Più facile per l’aumento delle tasse sulle auto aziendali, visto che servono «solo» 332 milioni per il 2020. L’ipotesi più radicale prevede di rinviare al 2021 l’incremento del prelievo (che raddoppierebbe per la maggior parte delle auto, secondo la norma del disegno di legge di Bilancio), limitandolo inoltre alle vetture più inquinanti e di grossa cilindrata. I 332 milioni necessari verrebbero coperti aumentando del 10% i tagli ai ministeri (attualmente fissati a 3 miliardi nel 2020). Più difficile invece azzerare la tassa sulla plastica non riciclabile (sarebbe di un euro al chilo) perché qui bisogna trovare una copertura di un miliardo (su una manovra che complessivamente ne vale trenta). Ecco perché si lavora alla riduzione iniziale del prelievo, che poi salirebbe negli anni successivi, in modo da incentivare le aziende alla riconversione verso materiali biodegradabili. Allo stesso tempo, non si esclude un rinvio della tassa (da aprile a giugno 2020).
Per avere indicazioni più precise bisogna però aspettare le audizioni in commissione al Senato, dove il disegno di legge, ha cominciato l’iter. Lunedì saranno ascoltate, tra gli altri, la Confindustria, molto critica («la manovra non aiuta le imprese, anzi le danneggia»), e i sindacati, anche loro preoccupati per le possibili ripercussioni occupazionali nei settori colpiti. Martedì toccherà quindi al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Lo stesso che ieri, insieme agli altri componenti Pd della squadra di governo, si è riunito con il segretario del partito, Nicola Zingaretti, per lanciare un ultimatum, indirizzato soprattutto ai leader dei 5 Stelle, Luigi Di Maio, e di Italia viva, Matteo Renzi. «Così la corda si spezza», è il messaggio che viene dal Pd, esasperato per il continuo gioco al rilancio dei suoi alleati di governo. Oggi a Bruxelles la Commissione europea diffonderà le previsioni economiche d’autunno. Si attende una revisione al ribasso della stima di crescita per l’Italia nel 2020: il prodotto interno lordo dovrebbe aumentare dello 0,4%, contro la precedente stima dello 0,7%. Comunque meglio del 2019 (stimato a + 0,1%)