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Da studente monello più che modello a testimonial contro il bullismooltre che paladino della lotta contro la droga e il disagio giovanile. Don Antonio Mazzi, reduce da un check up all’ospedale Alto vicentino che lo ha in cura per i problemi cardiopatici di un “giovane” che corre verso i 90 anni, ha incontrato gli studenti del liceo scientifico Tron che hanno gremito teatro Pasubio per parlare della sua esperienza e dare un messaggio di speranza. L’incontro è stato voluto dai genitori degli alunni, i quali hanno coinvolto la direzione scolastica e i docenti.
Con il linguaggio tipico di chi ha passato una vita con chi abita ai margini della società, don Mazzi ha immediatamente conquistato l’attenzione dei ragazzi. Ha voluto parlare della sua esperienza e dei suoi trascorsi, cominciando nel raccontare quanto la mancanza della figura paterna abbia inciso nella sua vita. «Ho avuto un’adolescenza difficile, a scuola facevo schifo. Mi sono salvato aiutando chi stava peggio di me» ha iniziato così, rivolgendosi ad alunni e professori. Don Mazzi ha voluto parlare di come l’adolescenza sia quell’età in cui la vita vera e propria comincia e ti sfida «durante l’infanzia si è “in prova”, è solo verso i quattordici anni che esplode l’amore, l’amicizia, il sesso e la bellezza. Dietro ai vostri occhi queste cose cominciano a prendere senso, dentro di voi si nasconde un mondo infinito».
Il sacerdote ha poi raccontato vari aneddoti che gli sono capitati durante la sua lunga esperienza in comunità, intrattenendo i presenti con alcune battute ed alcune esclamazioni abbastanza inusuali per un uomo della sua età e della sua importanza. Ma don Mazzi è fatto così, è sempre stato diretto e onesto, la formalità e il perbenismo li lascia agli altri, lui ha sempre combattuto al fianco dei più deboli. «Voglio assolutamente che i predenti diventino i vincitori, possiamo perdere 99 partite ma se ne vinciamo anche solo una, allora si che possiamo salvarci».
«In qualche modo l’età adolescenziale è sempre a rischio, meglio agire in prevenzione e cercare di sensibilizzare anche coloro che non hanno mai avuto problemi, cosicché possano loro un giorno comprendere e dunque aiutare coloro che soffrono». Un messaggio anche per prevenire il bullismo.
*Il Giornale di Vicenza, 20 maggio 2018