Ho accanto alla tastiera del computer queste 373 pagine. Gli autori sono Kelly e Zach Weinersmith, moglie e marito. Lei è ricercatrice in bioscienze alla Rice University di Houston, lui un premiato fumettista. Ovviamente lei scrive, lui cerca di capire che cosa scrive lei e disegna vignette irriverenti che alleggeriscono il testo prodotto da Kelly, già di per sé lieve e divertente, benché non sempre l’umorismo americano arrivi noi latini. Lo stile è disinvolto, un po’ da apericena al bar, un linguaggio parlato perché all’origine c’è il podcast scientifico di Kelly, molto seguito negli Stati Uniti. I libri oggi nascono così: non partono dalla carta, ci arrivano.
La leggerezza in questo caso non esclude la buona informazione. “Prossimamente nelle nostre vite” tratta temi scientifici estremi, al limite della ragionevolezza, ma è divulgazione ben documentata, e se è necessario spiegare alcune premesse “scolastiche”, ciò avviene senza sussiego e senza noia. Ma non perdiamoci in faccende stilistiche. La cosa migliore è passare in rivista le 10 tecnologie migliorative/distruttive.
1.Andare nello spazio spendendo poco. I Weinersmith esaminano vari sistemi, in parte teorici e in parte già sperimentati. Alla fine si soffermano sull’ascensore spaziale: un cavo che arrivi fino all’orbita geostazionaria a 36 mila chilometri dalla Terra, o magari fino alla Luna, cioè dieci volte più lontano, e porti su e giù una cabina con attrezzature o passeggeri. E’ un sistema teorico ma anche un po’ sperimentato: in un altro contesto – per produrre energia elettrica a spese della quantità di moto – ci provarono dallo Shuttle in due missioni successive gli astronauti Franco Malerba e Umberto Guidoni sganciando il satellite “Thetered” collegato alla navetta spaziale con un cavo lungo 20 chilometri. La prima volta lo srotolamento si bloccò dopo un centinaio di metri, la seconda il satellite arrivò fino a 18 chilometri quando un cortocircuito recise il cavo e il Tethered andò perduto. L’idea del satellite era di Bepi Colombo, il matematico di Padova a cui è dedicata la navicella ora in viaggio verso Mercurio. Va detto che il cavo del “Thetered” era ben diverso da quello immaginato per l’ascensore spaziale, che dovrebbe essere fatto in nanotubi di carbonio, una materiale estremamente tenace e leggero. Il problema è che finora la lunghezza di un cavo di nanotubi non supera il metro. Ed è tutt’altro che economico.
2.Miniere sugli asteroidi. La Nasa e altri enti spaziali stanno pensandoci seriamente, in attesa che se ne senta davvero l’esigenza. Per adesso i tempi non sono maturi.
3.Energia dalla fusione nucleare. E’ quella che fa brillare le stelle ed esplodere le bome H. Usata in modo controllato, sarebbe l’energia perfetta: praticamente illimitata e quasi pulita. Si tratta di unire quattro nuclei di idrogeno per formare un nucleo di elio. I primi tentativi risalgono a più di mezzo secolo fa ma finora non sono andati a buon fine. Scrissi il primo articolo sull’energia da fusione sulla “Gazzetta del Popolo” alla fine degli anni 60: allora sembrava che sarebbe arrivata entro vent’anni. Di vent’anni in vent’anni, oggi si dice ancora così. Vedremo cosa succede con il reattore Iter, una collaborazione internazionale a cui partecipano 36 paesi in corso a Cadarache in Francia (foto in alto). Un investimento di oltre 15 miliardi di euro
4.Materia programmabile. L’ispirazione viene dagli origami: un foglio che assume struttura tridimensionale con una precisa serie di piegature. In pratica, si lavora ad un materiale generico che prenda forma agli ordini di un software, come si fa con i programmi più vari che girano sui computer. Suggestivo ma forse troppo fantasioso.
5.Edilizia robotica. L’idea è quella di edifici semplici e modulari che si costruiscano da sé con materiali programmabili, robot e stampanti 3D. Una specie di Ikea del cemento. A gigantesche stampanti si sta pensando per costruire le colonie lunari.
6.Realtà aumentata. In forma debole esiste già e non è un granché, i visori Google sono un flop. Ma chissà… Sono attesi importanti sviluppi e applicazioni. Ma sarà difficile andare oltre il livello ludico.
7.Biologia sintetica. Quando gli autori incominciarono a scrivere il loro libro non sembrava possibile. Oggi la tecnologia Crispr-Cas9 (cioè l’editing genetico che corregge singole “lettere” del DNA) ha cambiato tutto. Ed è tendenzialmente una tecnologia migliorativa, non distruttiva.
8.Medicina di precisione. Ci stiamo arrivando grazie alla genomica e alla biologia molecolare. Non spara farmaci a caso su tutto l’organismo ma molecole terapeutiche ben mirate a singoli organi o specifiche cellule. Per adesso è costosissima, in futuro potrà avere costi accettabili.
9.Biostampa. L’idea è una stampante alimentata da molecole organiche complesse che permetta di produrre organi da trapiantare: cuori, fegati e così via. Attualmente sembra realistica solo per certe cartilagini.
10.Interfacce neurali. Cioè il nostro cervello potenziato da reti di neuroni elettroniche in diretto contatto con i neuroni naturali. Nelle forme avanzate per ora è deludente, ma forse può venirci in aiuto per trattare i casi di stato vegetativo.
Accoppiamento poco giudizioso
Nell’ultimo capitolo Kelly e Zach Weinersmith riconoscono che molte delle potenziali tecnologie prese in esame sono già defunte dopo aver divorato grossi investimenti. Una idea che avevano considerato in biologia sintetica era quella di creare organismi, al limite persone umane, usando come “mattoni” molecole speculari alle nostre. La proprietà in gioco è la chiralità: le due mani sono identiche ma non sovrapponibili, l’una è l’immagine dell’altra riflessa in uno specchio. Succede anche con le molecole. Tutte le molecole alla base delle forme viventi terrestri (amminoacidi, DNA…) sono levogire, mentre in chimica molecole levogire e destrogire si formano con uguale probabilità. Come sarebbe una creatura speculare, per esempio una persona umana, fatta di molecole destrogire? Esteriormente risulterebbe identica a noi, ma nell’intimo sarebbe completamente diversa. Un vero extraterrestre. Domanda: potrebbe nutrirsi con i nostri cibi vegetali e animali, che sono fatti di molecole levogire o avrebbe bisogno di bistecche di vitello e insalata speculari? Altra domanda: se una signorina levogira si accoppiasse con uno speculare giovanotto destrogiro che cosa ne nascerebbe? Non si sa. Per fortuna.
*La Stampa, 6 Aprile 2020