I portavoce danno l’annuncio poco dopo le 21, prima dell’inizio del Consiglio dei ministri: «Accordo raggiunto con tutto il governo sul 2,4. Siamo soddisfatti, è la manovra del cambiamento». Il numerino magico è 2,4 per cento, nel senso del rapporto deficit /Pil. Cifra che era stata la richiesta dei leader di Lega e Movimento 5 Stelle e che sarà confermato per triennio 2019-2021. La nota di aggiornamento al Def è stata approvata all’unanimità.
Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha provato a resistere per tutta la giornata e a sera ha ceduto. Per l’esultanza di Luigi Di Maio, con tanto di doppio punto esclamativo: «Oggi è un giorno storico! Oggi è cambiata l’Italia! Per la prima volta lo Stato è dalla parte dei cittadini. Per la prima volta non toglie, ma dà. Gli ultimi sono finalmente al primo posto perché abbiamo sacrificato i privilegi e gli interessi dei potenti. Sono felice». Giornata conclusa con una telefonata del premier Giuseppe Conte al presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Un braccio di ferro vinto contro il ministero, ma che dovrà passare altri due step fondamentali: la reazione dei mercati (con il relativo spread) e quella dell’Europa. Nello specifico della Commissione europea, che si riunirà nella seconda metà di ottobre, dopo la presentazione formale del progetto di legge di bilancio. A giocare a sfavore dell’Italia c’è, naturalmente, il pesante debito pubblico.
Di Maio aveva già da ore pre allertato i suoi parlamentari per un incontro post Consiglio dei ministri. Riunione pronta a trasformarsi, come è accaduto, in una festa. Davanti a Palazzo Chigi si riuniscono a sera i parlamentari con alcuni militanti, per i quali era già stato preparato l’armamentario propagandistico a base di bandiere e striscioni. Di Maio immortala il «flashmob» con le bandiere allineate davanti a Palazzo Chigi, e aggiunge: «La manovra del popolo cancella la povertà grazie al reddito di cittadinanza, per il quale ci sono 10 miliardi. Restituiamo futuro a oltre 6 milioni di persone». E Tria ? «Non si dimette assolutamente, non c’era da convincerlo», aggiunge.
Felice anche Matteo Salvini, che in una nota elenca gli obiettivi raggiunti:«Tasse abbassate al 15% per più di un milione di lavoratori italiani, diritto alla pensione per almeno 400.000 persone e altrettanti posti di lavoro a disposizione dei nostri giovani superando la legge Fornero, chiusura delle cartelle di Equitalia, investimenti per scuole, strade e Comuni. Nessun aumento dell’Iva».
«Abbiamo programmato il più consistente piano di investimenti pubblici che sia mai stato realizzato in Italia, il governo del cambiamento sta imprimendo una nuova direzione di marcia all’intero Paese», commenta a fine giornata il premier Giuseppe Conte che aggiunge: «Vi garantisco che abbiamo lavorato con serietà e impegno per realizzare una manovra economica meditata, ragionevole e coraggiosa. È un intervento che migliorerà le condizioni di vita dei cittadini e assicurerà al nostro Paese una più robusta crescita economica e un più significativo sviluppo sociale». Preoccupate le opposizioni. Per Maria Stella Gelmini (Forza Italia) si «sequestra il futuro del Paese». Alessandro Cattaneo (FI): «È una follia fare altro debito». Maurizio Martina (Pd): «Sono sconvolto, il governo gioca con i numeri. È una presa in giro».