Nello stesso giorno in cui il governo manda in buca il suo primo provvedimento di peso, il decreto Dignità, sui mercati torna ad affacciarsi il rischio-Italia. Di colpo lo spread ieri ha guadagnato 21 punti, toccando quota 252 e rivedendo i massimi del giugno scorso, i rendimenti dei Btp decennali sono arrivati al 3% e di riflesso in Borsa tutte le nostre banche sono andate al tappeto. La Camera ha approvato ieri sera tardi a larga maggioranza il pacchetto messo a punto dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Di Maio e già oggi il testo, che esce più corposo da Montecitorio con l’aggiunta delle modifiche sui voucher ed il ripristino del bonus assunzioni per gli under 35, passa al Senato che lo approverà in via definitiva in tempi record già entro martedì prossimo.
Fuga dai rischi
Ma i mercati guardano già ai prossimi passi, alla legge di Bilancio da varare dopo l’estate. Soppesano gli ultimi dati sulla crescita, che faranno venir meno 4 miliardi di gettito fiscale, e guardano con preoccupazione la possibilità che il nostro Paese abbandoni il percorso già tracciato di riduzione dell’indebitamento. Anche perché Di Maio e il ministro dell’Interno Matteo Salvini continuano a tenere il punto: il primo vuole portare a casa il reddito di inclusione («il disegno di legge è pronto – ha annunciato ieri – stiamo vedendo i dettagli col Tesoro e presto arriverà in Senato»); il secondo parla di riforma fiscale a tutto campo, con un menù che va dalla flat tax alla pace fiscale sino alla possibilità di aumentare gli assegni familiari. Quello di ieri, dopo le turbolenze di giugno, è stato l’ennesimo campanello d’allarme.
Il clima estivo, con gli scambi un poco più rarefatti, la prospettiva di un aumento dei tassi (la Bank of England ieri ha alzato il costo del denaro di un quarto di punto, allo 0,75%), ed i rischi legati all’escalation della guerra commerciale, hanno penalizzato tutti i mercati periferici, e l’Italia in particolare. «È in corso una fuga dai rischi» spiegano i trader. E il risultato è che gli investitori internazionali hanno ripreso a vendere i titoli italiani e quelli spagnoli e sono tornati su quelli tedeschi. Ma mentre il differenziale tra Bonos e Bund è salito di 16 punti, da 142 a 158, quello coi Btp è salito di 21 punti a quota 252 chiudendo poi la giornata a 246. I rendimenti sul decennale sono arrivati al 2, 96% dal 2, 78% di mercoledì e poi a loro volta si sono assestati al 2, 92%.
Debito più oneroso
Rispetto ad un anno fa si tratta di 120-130 punti in più di spread, che in ragione d’anno si traducono in 4 miliardi di interessi in più da pagare sul nostro debito pubblico. A farne le spese in Borsa, con piazza Affari che a fine giornata è risultata la peggiore di tutto il Continente (-1,73%), sono state innanzitutto le banche sempre molto sensibili agli sbalzi dello spread. Mps ha perso il 4,8%, arrivando vicino ai suoi minimi storici dopo una sospensione in asta di volatilità, Banco Bpm il 4,6%, Unicredit il 4,2%, Intesa il 3,8% e Bper il 3,57. Hanno limitato i danni solo Ubi, -1,7% nel giorno in cui ha ceduto 2,75 miliardi di crediti deteriorati, e Mediobanca (-1%). «Considerando che il prossimo autunno le principali agenzie di rating dovranno esprimere il loro giudizio sul debito italiano e che la Bce cesserà il suo programma di acquisto dei titoli di Stato – commenta Renato Brunetta di Forza Italia – tra la linea della disciplina fiscale del ministro Tria e quella della politica economica “tassa e spendi” dell’asse Lega e Cinque Stelle, c’è davvero da augurarsi che prevalga la posizione del ministro dell’Economia. Altrimenti, un nuovo attacco dei mercati è praticamente scontato». La risposta potrebbe arrivare oggi quando a palazzo Chigi dovrebbe tenersi il vertice in agenda per ieri pomeriggio e poi rinviato per l’affastellarsi degli impegni. Conte, Salvini, Di Maio, e i ministri Tria e Savona si vedranno per fare il punto sulla nuova legge di bilancio prima della pausa estiva. Si tratta di disegnare la road map, già sapendo che il percorso sarà tutto in salita.