A certificare il nuovo primato del debito pubblico è Bankitalia. Nel periodo tra il mese di gennaio 2018 e il mese di novembre scorso il totale dei debiti della pubblica amministrazione è salito del 2,55%, passando da 2.286 a 2.345 miliardi di euro. Un ritmo di crescita quasi doppio di quello registrato nella stagione gennaio 2017-novembre 2017, quando il livello complessivo del debito italiano è aumentato dell’1,36%. Il record del novembre scorso, conseguenza dell’aumento di 10,2 miliardi rispetto al mese di ottobre, spinge il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, a specificare: «Il debito pubblico è alto ma è pienamente sostenibile». Ma i dati del supplemento al bollettino statistico di Bankitalia sono stati utilizzati dall’Associazione nazionale consumatori per calcolare la frazione di debito pubblico in capo alle famiglie e ai cittadini italiani. Di fatto è come se ogni famiglia avesse 92 mila euro di debiti, mentre, considerando i 60,5 milioni di residenti in Italia, ad ogni cittadino corrisponde una quota di debito pari a 39 mila euro. Il balzo che a novembre ha spinto il debito su livelli inediti è un ulteriore dato negativo, dopo la flessione della produzione industriale italiana e le avvisaglie di un’economia a un passo dalla recessione. Segnali che alimentano gli attacchi al governo. «Le stime poco confortanti sulla crescita sono a conoscenza della Commissione Ue e dei ministri delle Finanze, che si riuniranno il 22 gennaio per l’Ecofin, che dovrà decidere sull’avvio della procedura di infrazione per debito eccessivo contro l’Italia», osserva Renato Brunetta, responsabile economico di Forza Italia, «la Commissione propone di non aprire la procedura, considerando l’accordo in extremis sulla manovra. Ma tutti quegli obiettivi sono calcolati su stime di crescita che sono peggiorate. Non va esclusa una richiesta di manovra correttiva da fare questa primavera».
Sul versante interno il report di Bankitalia fornisce il dettaglio delle voci che hanno concorso all’aumento di 10,2 miliardi del debito italiano. Il fabbisogno statale di novembre ha assorbito 5,8 miliardi in più, altri 3,3 miliardi sono serviti ad aumentare le disponibilità liquide del Tesoro. Mentre la rivalutazione dei titoli indicizzati e la variazione dei tassi di cambio hanno fatto crescere il debito di 1,2 miliardi. Il documento di Bankitalia segnala un aumento delle entrate tributarie: nei primi 11 mesi del 2018 hanno raggiunto 378,7 miliardi (+1% su base tendenziale), un andamento valutato «favorevole» rispetto all’anno precedente. Intanto da ieri è operativa la piattaforma di Cdp per l’anticipazione dei pagamenti della Pa maturati alla fine del 2018. Cdp contribuirà al pagamento di debiti certi, liquidi ed esigibili delle amministrazioni pubbliche.